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Tuttosport: Il Milan si è spento «Errori di gioventù» 

Il Milan esce a pezzi da Udine. E non solo per gli infortuni a Bonaventura (adduttore sinistro: si teme uno stiramento) e De Sciglio (distorsione alla caviglia destra): entrambi oggi si sottoporranno agli esami strumentali, ma la loro presenza per...

Redazione

L'analisi di Tuttosport alla vittoria dell'Udinese sul Milan.

Ancora una sconfitta per 2-1 (la terza in settimana), altri errori decisivi di Locatelli e Donnarumma e tutte le certezze cementate in una prima parte di stagione vissuta al di sopra delle aspettative improvvisamente sgretolate. Il Milan esce a pezzi da Udine. E non solo per gli infortuni a Bonaventura (adduttore sinistro: si teme uno stiramento) e De Sciglio (distorsione alla caviglia destra): entrambi oggi si sottoporranno agli esami strumentali, ma la loro presenza per il match di domenica con la Sampdoria è seriamente a rischio. Il mese di gennaio ha confermato di essere infausto per Vincenzo Montella che ieri, nonostante la rimonta patita dall'Udinese, si è ugualmente sforzato di fare professione di ottimismo: «Forse la nostra è una crisi di crescita, ma questa sconfitta non mina certo i nostri obiettivi reali». Lo scudetto per l'allenatore è riportare il Milan in Europa League, però i 5 punti conquistati nelle ultime 6 giornate (tre dei quali ottenuti grazie al gol sul gong di Bacca con il Cagliari) non invitano all'ottimismo. Preoccupa l'involuzione di Donnarumma e quella, ancor più netta, di Locatelli (al di là dell'errore sull'1-1 la sua regia è stata alquanto scolastica e senza idee), il fatto che Bacca agisca come un corpo estraneo all'interno dello spartito («Non lo agevola il fatto che siamo una squadra che gioca nello stretto mentre lui è un calciatore che ha bisogno di spazio - ha spiegato Montella -, ma noi siamo così ed entrambi dobbiamo fare qualcosina in più») ed, è una primizia, pure la condizione atletica: ieri, forse perché appesantito dalle fatiche in Coppa Italia con la Juve, per la prima volta nella ripresa il Milan ha subìto gli avversari attaccandoli più con la forza dei nervi che con quella delle idee come invece avvenuto prima dell'infortunio di Bonaventura.  

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