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Figlio d'arte, ma la vera arte è messa in campo, senza il peso del cognome che porta. Matteo Mandorlini è stato un punto fermo di questa stagione neroverde e lui parla da leader:«Sono qui perché il Pordenone può diventare una bella storia di calcio italiana, com'è stato per Carpi e Frosinone», afferma a Il Gazzettino. Dove fa il punto alla vigilia della super sfida col Cittadella: «Possiamo sfruttare il fatto che il Cittadella ultimamente fatica a chiudere le partite e che subisca più gol del normale. Lavoreremo sulle loro debolezze. Abbiamo davanti un'occasione unica: non è detto che il prossimo anno tutto giri bene come oggi. Sfruttiamo il momento e proviamoci».
Poi uno sguardo al futuro prossimo con i playoff nel mirino: «E sarebbe fondamentale incontrare una squadra del nostro girone: le conosciamo già».
Resterei volentieri. Qui la mia famiglia sta bene e io sono felice. Nel calcio non si sa mai, ma voglio costruire una bella storia a Pordenone
Infine il futuro più lontano: «Resterei volentieri. Qui la mia famiglia sta bene e io sono felice. Nel calcio non si sa mai, ma voglio costruire una bella storia a Pordenone».
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