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Tavecchio accelera le riforme

Nazionale e club, finora gli interessi hanno sempre viaggiato su binari paralleli, mai incrociati. In questo senso il 2015 vuole essere, per Carlo Tavecchio, l’anno del salto di qualità. A febbraio si recherà personalmente in Lega per...

Monica Valendino

Nazionale e club, finora gli interessi hanno sempre viaggiato su binari paralleli, mai incrociati. In questo senso il 2015 vuole essere, per Carlo Tavecchio, l'anno del salto di qualità. A febbraio si recherà personalmente in Lega per spiegare le richieste della Figc sugli stage azzurri. Intanto c'è quello di febbraio, che però rischia di vedere l'assenza di quei giocatori impegnati ancora nelle coppe europee: «Credo che si farà, se qualcuno non parteciperà non faremo drammi, ne prenderemo atto», ha tagliato corto Tavecchio in una intervista alla Rai. Tavecchio che in Lega e confermerà anche come l'obiettivo primario resti la fine anticipata del campionato 2015/16 («Ho elementi positivi per credere che finirà una settimana prima del 22 maggio») in modo da agevolare la preparazione all'Europeo: «Per giocare a calcio - dice Tavecchio - bisogna utilizzare la sigla Figc e senza questa non si gioca. E quando la Federazione ha un desiderata importante nell'interesse del Paese non può essere disatteso». Tutto nella piena indipendenza della Lega: «Se è un braccio di ferro? Assolutamente no, io ho grande rispetto per le Leghe che pagano per fare questo gioco».

Tecnologie e riforme

Tavecchio chiede uno sforzo in più alle società, ma di ritorno illustrerà le sue aperture, dall’uso della tecnologia in campo (si attende solo l’ok, tra febbraio e marzo, dell’International Board Fifa) alla riforma dei campionati, che considera «la madre di tutte le battaglie». Ieri è stato esplicito: «Speriamo di portarla a termine nel 2015». Chiara anche la consequenzialità con la Nazionale: «Bisogna considerare la squadra azzurra come la cosa più importante di una Nazione. La riforma dei campionati, con la riduzione del numero delle squadre, darà meno problemi alla Nazionale». Portare la Serie A da 20 a 18 squadre, significherebbe infatti abbassare le giornate di una stagione da 38 a 34. Aumentando la qualità del campionato e al contempo gli spazi liberi per gli stage azzurri. Al momento resta una bella volontà, perché per cambiare i campionati serve l’ok di Aic e Aiac, da sempre contrari. Su questo, Tavecchio ha già in mente un piano: offrire alle suddette componenti la presidenza del Settore Tecnico di Coverciano. (...)

Tratto da Tuttosport

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