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Inter-Udinese, 22 stranieri. Tommasi duro: “Regole sbagliate”

"Mi pare evidente che le norme sono sbagliate", afferma il presidente dell'AIC, Tommasi.

Redazione

"Premesso che io rappresento il sindacato che tutela anche i diritti dei calciatori in Italia, mi pare evidente che le norme sono sbagliate": Damiano Tommasi, presidente dell'Aic commenta amaro la strana serata di campionato a San Siro, tra Inter e Udinese, senza nessun italiano in campo dall'inizio. "Posso solo dire - confessa - che forse le norme federali che sono state fatte e che noi abbiamo osteggiato fin dall'inizio sulle rose che dovevano aumentare il numero dei giovani italiani in campo, non sono state recepite".

L'Udinese ha una incidenza in rosa dell'82,1 % di stranieri. E il prossimo anno la situazione rischia anche di peggiorare visto che i senatori (Domizzi, Di Natale, Pasquale) lasceranno e a Lodi difficilmente verrà rinnovato il contratto.

Scuffet, meret, Perisam Coppolaro, Pontisso sono le speranze nate nel vivaio, ma poi? Non si sa ancora se tornerà Verre (lo vuole la Fiorentina) e per adesso il primo acquisto per la prossima stagione è il tunisino Hamdi (che forse andrà al Granada).

Insomma, a giudizio dell’Aic, le norme che sono fatte e “vendute” all’esterno come incentivo al “made in Italy” “non hanno, viceversa, certamente incentivato in ottica nazionale. Un progetto sportivo dovrebbe essere portato avanti con maggior respiro. Il problema è che se portiamo avanti il progetto delle seconde squadre veniamo sicuramente bocciati - spiega ancora Tommasi - quindi facciamolo fare ad altri. Ci sono proposte sul tavolo, i progetti ci sono. Quello sulle cosiddette rose dei 25 c’è ma, ripeto, ha molte lacune e noi siamo contrari a come è stato impostato, perchè non aumenta certamente l’utilizzo dei giocatori italiani ma anzi li penalizza”.

In Lega Pro potrebbero approdare le squadre B della massima categoria, ma a cosa serviranno se finiranno lì a giocare gli italiani?

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