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Morosini, il ricordo è sempre vivo

Quattro anni fa morva Piermario Morosini. Una morte assurda ed evitabile, ma che non è stata vana come oggi spiega la Gazzetta

Redazione

Sono passati esattamente quattro anni da quando Piermario Morosini ci ha lasciati. In una maniera terribile, ed evitabile. Non ebbe una vita fortunata come ricorda oggi anche la Gazzetta dello Sport. I genitori, Aldo e Camilla, morirono presto. Il fratello Francesco si suicidò buttandosi da un balcone quando Piermario era ancora in vita. La sorella Maria Carla, gravemente disabile, è da sempre ricoverata in un istituto di suore. Un’esistenza tra mille difficoltà.

Ma la sua morte, come ricorda la 'Rosea' non è stata vana. L’istituto Monzino a Milano sta per inaugurare un centro avanzato di cardiologia dello sport, il primo nel suo genere in Italia. «Oggi possiamo dire che Piermario non è morto invano – spiega il dottor Zeppilli – dopo il suo caso abbiamo fatto grossi approfondimenti sulla malattia, a base genetica e rara, ci siamo spinti in territori sconosciuti o quasi e oggi ne sappiamo molto di più, anche grazie a una borsa di studio intitolata a suon nome. Quel ragazzo è stato particolarmente sfortunato, soffriva di una miocardiopatia aritmogena al ventricolo sinistro, quando la forma più nota e diffusa è quella al ventricolo destro. Per giunta era in forma iniziale. Ho visto gli elettrocardiogrammi: non era facile diagnosticarla».

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