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Da piangere

Poche scuse: l'Udinese con Bologna doveva vincere, ma almeno tenere il pareggio. Sfortuna, campo pesante e altre condizioni fanno solo parte del gioco

Paolo Minotti

Ennesima sconfitta, ennesima delusione, ennesimo sconforto, ennesima arrabbiatura.

L'Udinese esce battuta ancora una volta dal proprio stadio, una vera e propria maledizione, non v'è dubbio, ma che a 13 giornate dal termine non sia ancora riuscita a trovare una propria identità di gioco è veramente deprimente e frustrante.

Sfortuna, fortuna, pioggia, sole, campo pesante, freddo, caldo, sono componenti del calcio e sentire certe recriminazioni a fine partita non sono altro che il tentativo di spostare l'attenzione dal vero problema, la pochezza tecnica.

Questa era una partita da vincere, punto. Scuse non esistono.

Invece non siamo riusciti nemmeno a tenere il pareggio, indubbiamente il risultato più giusto, ma il Bologna le sue occasioni le ha create, soprattutto nel primo tempo, mentre nel secondo ha colpito alla prima occasione con Destro.

Colantuono insiste nello schierare Edenilson, le cui corse sulla fascia sono si innumerevoli, ma tanto quanto i suoi errori nello stoppare il pallone, e dovrebbe spiegarcela questa morbosa ostinazione di metterlo sempre titolare.

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Donadoni invece, inserisce Floccari al posto di Donsah, quando il risultato è ancora sullo 0-0, a dimostrazione non solo di voler vincere, ma di sapere quello che sta facendo; l'Udinese nonostante giochi in casa è vulnerabile e quindi può concedersi di lasciare qualche ripartenza. E così è stato.

Ora i bianconeri sono di nuovo nella fascia arancione, con il Frosinone che si è rifatto sotto e con all'orizzonte il Genoa in attesa di ritrovare la vittoria dopo tanto tempo.

Allora si, che in caso di nuova sconfitta, ci sarà da piangere.

 

 

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