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Messaggero Veneto: De Paul si scusa

Minacce e insulti dei tifosi rossoneri all’argentino per il fallo su De Sciglio ma il bianconero pensa al collega

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto dedicata alle scusa di DE Paul e alle minacce ricevute

No, non piange il telefono, come avrebbe detto l’indimenticabile Domenico Modugno. Rodrigo De Paul, messa da parte l’euforia per il gol che ha deciso la sfida di domenica con il Milan, ha subito pensato a Mattia De Sciglio, uscito a braccia dal Friuli poco prima della rete dell’argentino, a causa di un intervento alla caviglia destra che richiederà un mesetto di stop. Telefonata di scuse e auguri del bianconero al milanista, un atto sempre apprezzato tra calciatori che tuttavia non placa la rabbia dei sostenitori rossoneri che sui social hanno tempestato De Paul di insulti e minacce. Reazioni. «Sei un giocatore indegno. Manco scusa a De Sciglio, bello il gol ma nei fatti ingiusto... indegno». Il ragazzino, fede_j.m13, è uno dei tanti milanisti inviperiti che hanno lasciato un messaggio sul profilo Instagram del numero 10 dell’Udinese prima di conoscere che il buon Rodrigo non aveva dimenticato l’avversario. «Sei da galera», ha aggiunto un altro navigatore social, prima di ricevere una risposta addirittura da un fiorentino: «I tifosi del Milan si ricordino dei furti del 2013 per andare in Champions». È questa l’anima del nostro calcio. Veleni e polemiche, come quelle su Twitter @Emazinho22 che si rivolge al profilo ufficiale dell’Udinese: «Nemmeno un tweet di buona guarigione per De Sciglio schifatevi! Voi e quel De Paul, quando andrete in B farò festa». Tutti messaggi che, naturalmente, hanno stimolato alla replica i supporters bianconeri, pronti a ricordare i torti del passato, quando il club rossonero ha arraffato più di qualche punticino senza guardare in faccia a favori arbitrali (il rigore fasullo del 2013 a San Siro) o maniere forti (l’infortunio a Isla nel 2012). Non mancano gli auguri di dubbio gusto da @_ema_nuele alla mamma di Rodrigo dei quali vengono messi in dubbio pure i natali. E ci sono anche le minacce: «Ci ricorderemo di te quando arriverai a San Siro con quella maglia o un’altra»

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