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Hallfredsson mille colori: dalla musica ai libri, al buon vino “Ora quelli friulani!”

"Ma se sono a Udine è perché voglio migliorare come giocatore e mettermi in vetrina al meglio per l’Europeo". Parola dell'Islandese di Ghiaccio, Emil Hallfredsson

Redazione

E' stato uno degli acquisti di punta del mercato di gennaio per l'Udinese. Emil Hallfredsson è arrivato a Udine con l'intento di trovare nuovi stimoli dopo l'esperienza di Verona, ma anche valorizzarsi in vista dell'Europeo dove sarà protagonista con l'Islanda.

Il centrocampista si è raccontato alla Gazzetta dello Sport dove sono emersi molti particolari della sua vita, come l'amore per il buon vino: «Pensi che quando sono arrivato da voi non avevo mai bevuto alcool in tutta la vita, non mi piace neppure la birra; adesso invece sono diventato un appassionato e persino un importatore di vino italiano in Islanda. So che Ferguson apprezza il genere, così se mi capitasse d’incontrarlo gli regalerei un “La Poja”, rosso di Allegrini. Sono convinto che gli piacerebbe. È meglio dell’Amarone. Adesso che sono a Udine devo scoprire i vini friulani».

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Tra le passioni anche la lettura e i metodi di Alex Ferguson: «Certo (e mostra il volume “Leading” di Alex Ferguson, consumato al punto giusto, ndr). Leggere mi piace. Questo l’ho cominciato perché me lo ha consigliato mia moglie Asa Maria. Altrimenti avrei scelto di parlare dell’autobiografia di Lance Armstrong, però mi pareva un po’ triste. Scherzi a parte, leggendo il libro credo di non aver trovato mai un tecnico con la personalità di Ferguson e la sua visione di squadra. Lui è un fenomeno, e mi piace soprattutto quando dice che il suo primo obiettivo è far crescere dei giovani da portare in prima squadra. Dovrebbero fare tutti così».

Hallfredsson dai mille interessi, come la musica, visto che suona anche la chitarra: «Costo caro. A loro chiedo almeno 15.000 euro a serata... Scherzi a parte, quando siamo stati promossi in Serie A col Verona ho suonato “Baby one more time” di Britney Spears e pare sia piaciuta. Ma tutti vorrebbero sentire due canzoni che ho scritto con un mio amico. Si chiamano: “The London song” e “The Malmoe song”. La prima è un pezzo folk, nell’altra c’è del rap, entrambe hanno testi scherzosi, però quelle non le faccio ascoltare a nessuno, le suono solo a mia moglie».

Un islandese in Italia, che a Verona si è trovato bene, ma non è stato così a Reggio Calabria:  «Sì, per un insieme di cose. Innanzitutto il sole. Non avevo mai giocato fuori dall’Islanda e da noi in estate al massimo ci sono 20 gradi. In Calabria si andava in campo anche con 40 e mi venivano i colpi di sole, diventavo tutto rosso e qualche volta mi sentivo male. Se le cose calcisticamente fossero andate bene adesso avrei un ricordo migliore, però anche per la mentalità non ero a mio agio».

Da Toni a Di Natale, sta scoprendo il segreto degli Immortali: «Non credo di riuscirci. Sono campioni, gente che ha qualcosa più degli altri. Ma se sono a Udine è perché voglio migliorare come giocatore e mettermi in vetrina al meglio per l’Europeo, visto che ora torno a giocare nel centrocampo a tre che preferisco».

 

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