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Rivincite per tutti

Occhio a quanto escogitera’ Delneri, un sapiente maestro di calcio, sino ad ora, e per quanto si e’ visto, un abile psicologo capace di entrare finalmente nella testa degli uomini messi a disposizione dall’intera rosa, un tecnico che ha sin...

Sergio Salvaro

E’ inutile sottolineare il fatto che lunedi’ costituisca un giorno inusuale per attendere con trepidazione l’inizio e poi l’esito di una partita di calcio da parte di tutti I patiti del football. Ma i tempi sono cambiati, il profano rito domenicale ha lasciato il posto al cosiddetto “spezzatino”, con le televisioni a dettare legge sui tempi di trasmissione di quello che viene definito lo “spettacolo calcio”.

E per tutti coloro che seguono con passione le vicende dell’Udinese, questo sara’ un fervente lunedi’ di attesa, che si concludera’ alle 19 di stasera quando l’esperto arbitro Paolo Tagliavento di Terni fischiera’ l’inizio della contesa che vedra’ gli uomini di Gigi Delneri ospitare sul proprio terreno il Torino. Per un’infinita’ di motivi, la febbre per questo “Monday night” sta salendo, ed il tutto assume i contorni di un’attesa che qui in Friuli non si respirava da tempo. Merito innanzi tutto dell’effetto Delneri: il tecnico di Aquileia e’ sbarcato ad Udine al capezzale di un’Udinese ormai agonizzante, ed in un mese di lavoro molte cose sono cambiate. Squadra, ma per meglio dire gruppo ricostruito: dopo la vittoriosa trasferta di Palermo il mister lo ha rimarcato: “Si vince in 11 e si esulta in 20”, segno che a fronte di un undici che sta trovando le proprie quadrature come dimostrano i 6 punti in tre gare messi assieme dalla nuova gestione, anche chi fa panchina si sente ormai nuovamente, finalmente diremmo noi coinvolto al 100% nel nuovo progetto bianconero.

Poi sono sicuramente tante le ragioni che portano a considerare l’impegno di oggi contro i granata come una partita che non potra’ e non dovra’ tenere lontani dall’impianto dei Rizzi gli amanti del bel calcio. L’Udinese bella, grintosa, convinta ammirata in Sicilia merita senza se e senza ma di ricevere tutto l’affetto del proprio pubblico col quale, sempre grazie alla saggezza e all’esperienza del friulano Delneri, sta ricreando il giusto feeling. Poi di fronte c’e’ il Torino allenato da quel tecnico, un tempo giocatore, molto astuto e molto sanguigno qual e’ sempre stato ed e' Sinisa Mihajlovic. Ma guida tecnica a parte, basta evocare il nome Toro per riempire l’immaginario degli sportivi attraverso tutta una serie di squadre leggendarie capaci di imprese memorabili e di giocatori che hanno fatto la storia, per non dire la leggenda, del calcio nostrano. Ed in quel breve gap che separa storia e leggenda della compagine granata sembra volersi inserire l’attuale presidente del sodalizio piemontese, l’editore Urbano Cairo, che forte delle recenti scalate a capo di potenti gruppi di informazione, forte di un’esperienza ormai consolidata utile ad affrontare tutte le insidie anche organizzative che la militanza in serie A comporta, ma spinto soprattutto da quell’amore del tutto particolare che lega i tifosi granata alla loro squadra, ha creato le premesse per plasmare un Torino che possa competere ed ambire ad un posto in una coppa europea, senza porre alcun limite alla Provvidenza. L’odierno match, che assume significato per entrambe le contendenti, nell’ottica di un sensibile miglioramento della posizione attualmente occupata in graduatoria, rappresenta un po’ la sfida delle tante rivincite.

Dici Torino, e all’Udinese di oggi, in particolar modo a sette dei possibili titolari del confronto di questa sera, non potra’ non tornare alla mente l’umiliante 1-5 interno subito lo scorso 30 aprile: un’onta da cancellare immediatamente con una prestazione di segno diametralmente opposto rispetto a quest’ultimo, doloroso precedente. Volando un po’ tra fantasia e cosiddetti corsi e ricorsi storici, non sarebbe male se l’Udinese riuscisse a render pan per focaccia agli avversari come accadde 31 anni or sono, in due scoppiettanti sfide di campionato tra Udinese ed Hellas Verona tra febbraio e dicembre 1985, sul manto del “Friuli”. Nella prima circostanza i gialloblu’ lanciati verso il loro storico scudetto ebbero la meglio per 3-5, ma dieci mesi piu’ tardi i bianconeri si presero la rivincita con un altrettanto sonante 5-1 a spese dei campioni d’Italia in carica. A caccia di rivincite, in questa undicesima gara del girone d’andata, va pero’ anche il Torino, reduce della bruciante sconfitta di San Siro nell’infrasettimanale al cospetto dell’Inter, uno stop che non e’ andato giu’ a Mihajlovic che, alla sua maniera, ovvero senza peli sulla lingua, ha avuto parole di fuoco sull’atteggiamento della sua squadra nella gestione dei minuti finali della partita del “Meazza”. Tra tante rivincite ancora da cogliere da una parte e dall’altra, c’e’ chi le sue sue prime, piccole rivincite se le e’ gia’ prese. Ci riferiamo ancora una volta a lui: Gigi Delneri.

L’uomo che uscito non benissimo dalla sua esperienza alla Juventus, e piuttosto male da quella alla guida del Genoa, e’ sbarcato nel suo Friuli portando e trasmettendo all'ambiente la sua carica, la sua voglia di riscatto, elementi sui quali contavano la dirigenza dell’Udinese e soprattutto i tifosi, dopo l’infruttuosa reggenza di Iachini.

L’uomo delle conferenze stampa nelle quali, a nostro modesto parere, si dialoga con serenita’, serieta’ e all’insegna di un buon umore ne’ banale, ne’ fine a se stesso; l’uomo che a ragion veduta ha rispolverato dal dimenticatoio i valori calcistici cristallini di Kuba Jankto e soprattutto di Seko Fofana, hombre de el partido in quel di Palermo; l’uomo dei neologismi calcistici divenuti virali –cosi’ e’ da intedersi il suo sgarfare-, l’uomo che a distanza di oltre due anni potrebbe far assaporare a questa citta’, a questo club ed ai suoi supporters il gusto di tre successi consecutivi in campionato. Il tutto Torino permettendo, un Toro che, arrabbiato quanto basta dopo l’esito del match di mercoledi’ sera, nella notte di Halloween cerchera’ di far vedere le...streghe ai propri avversari.

Ma occhio a quanto escogitera’ Delneri, un sapiente maestro di calcio, sino ad ora, e per quanto si e’ visto, un abile psicologo capace di entrare finalmente nella testa degli uomini messi a disposizione dall’intera rosa, un tecnico che ha sin qui messo in evidenza anche insospettabili doti taumaturgiche. Scusate se e’ poco.

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