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Scontro diretto

Udinese -Pescara è il primo scontro diretto per la salvezza: per i bianconeri vietato sbagliare

Monica Valendino

Udinese-Pescara è uno scontro salvezza. Lo dice la classifica e non si può parlare solo di 'caso' se i bianconeri e gli abruzzesi hanno solo sette punti. Entrambe meritano questa classifica: fin qui solo qualche piccolo raggio di sole come uno spiraglio tra nubi colme di errori vari.

Due rose non eccelse entrambe: Pescara che ha un attacco migliore sulla carta e un gioco più consolidato, bianconeri che hanno più solidità in mezzo e più esperienza. Ma per il resto si equivalgono e la gara del 'Friuli' deve dire se questa è solo un'impressione momentanea oppure un dato di fatto acquisito che renderà le due squadre in lotta fino alla fine con Palermo, Empoli e Crotone per non retrocedere.

L'Udinese non può sbagliare. Questo è certo. Il cambio di tecnico si inizierà a valutare da adesso, se è servito o se è solo un ennesimo tentativo per far vedere che i problemi non sono dove in realtà giacciono.

Delneri ha ereditato rosa e problemi dal suo predecessore, ora è chiamato a gestire il tutto in maniera diversa. A cominciare dagli interpreti. A Torino l'Udinese ha ben figurato e per questo ci si attende che, salvo qualche eccezione, l'undici venga confermato. L'eccezione potrebbe essere data anche dal calcolo della gara col Palermo di giovedì, per cui un minimo di turnover ci può stare. Angella al posto di Felipe, Hallfredsson forse al posto di un Jankto non al top della forma e Perica al posto di De Paul o di Zapata.

Il resto cambierà poco, con Wague non al meglio e con Widmer al rientro terzino destro e Samir sulla corsia opposta; in mezzo Kums e Fofana confermati, davanti Thereau che potrei e giocare più spostato dietro alla prima punta.

Ma ci sarà soprattutto da tenere alta la concentrazione. Il Pescara fa giocare, ma Oddo sa bene che questa caratteristica può portare qualche complimento, ma spesso non punti. Per questo è facile pensare a una squadra da battaglia, votata al contropiede. Ovvero quello che in casa l'Udinese ha temuto spesso.

Ma da ora non si scherza più. Gli alibi sono finiti, i giocatori sono quelli che vanno in campo e chi li ha scelti è certo che sono bravi. E se così è non c'è molto da meditare.

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