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Udinese, la prova della verità

Col Pescara non andranno in campo gli elogi, ma un'Udinese che deve dimostrare che qualcosa è cambiato: pareggiare o perdere significherebbe davvero rischiare di cadere verso il baratro

Monica Valendino

Giovanni Galeone non ha tutti i torti: «La gara chiave è la prima tra quelle che attendono l'Udinese. Se vinci quella puoi pensare di fare bene anche nelle successive, altrimenti è dura. Servono almeno cinque punti per non restare impantanati là sotto, se poi arriveranno due vittorie meglio».

In effetti domenica l'Udinese si gioca credibilità e, probabilmente, futuro. Non riuscire a vincere non sarebbe una condanna, ma porterebbe nuove nubi su una squadra in cerca di sé stessa. A Udine dopo la sconfitta con la Juve l'ottimismo è tornato, anche se è difficile comprendere su quali basi tanta fiducia possa nascere. Allo Stadium, motivazioni e quindi prestazione vengono facili, serve attendere i banchi di prova veri per capire se davvero è cambiato qualcosa in casa bianconera.

E il primo esame si chiama Pescara. Sette punti come l'Udinese tre arrivati a tavolino dopo la gara col Sassuolo, ma comunque sette punti meritati. La squadra di Oddo (che in estate era stato abbinato anche all'Udinese prima che questa scegliesse Iachini) gioca bene, soprattutto dal centrocampo in su ha fantasia e giocatori di valore. « L’Udinese non pensi che con il Pescara avrà vita facile, quella abruzzese è una squadra che gioca. L’unico suo problema è che è scarsa in difesa sia a livello individuale che di reparto. Il Pescara prende sempre gol, ma dalla metacampo in avanti ha giocatori molto bravi», conferma Galeone che non ha tutti i torti. «Due o tre settimane fa, non ci sarebbe stata storia. Sono scuro che i biancazzurri avrebbero vinto. Ma oggi le cose sono un po' cambiate. L'arrivo di Del Neri sulla panchina bianconera ha portato miglioramenti immediati. Non solo tattici, non solo di mentalità, ma anche per quello che riguarda le scelte di formazione. A Torino ha schierato ragazzi di talento che non avevano quasi mai visto il campo come De Paul e Fofana. E davanti quella coppia formata da Theraux e Zapata può fare male... Non sarà una partita facile».

In effetti non sarà facile. Il fattore 'Friuli' per l'Udinese nell'ultimo anno è stato un fattore negativo, nonostante un pubblico che ha cercato di essere il dodicesimo uomo molto spesso. Non basta però il tifo, serve altro. E l'Udinese quello he qualcuno chiama 'X factor' lo ha perso da tempo immemore. La gara di domenica potrebbe tirarlo fuori nuovamente, ma potrebbe anche confermare che sarà una stagione tribolata come e più dell'anno scorso.

Delneri dovrebbe riproporre la  formazione vista con la Juve, anche per dare merito a chi si è preso complimenti. Altrimenti si torna punto e a capo anche su questo aspetto: se uno gioca bene  poi comunque non ha riconoscimenti sul campo visto che c'è sempre dietro qualcuno di più 'importante'. Per questo Widmer dovrebbe attendere di riprendere la forma prima di essere rigetto in campo, Badu idem e Hallfredsson deve rimettersi in discussione con Fofana. Anche dalla meritocrazia si traggono risultati.

L'unico cambiamento potrebbe essere dato da De Paul, tanta tecnica fine a sé stessa per adesso: anche a Torino ha deluso, al suo posto potrebbe esserci Perica se Delneri punta su un tridente 'possente' con Zapata e Thereau, oppure Evangelista se vuole più dinamicità. Soluzioni ce ne sono.

Di certo conterà la mentalità: l'Udinese è stata dipinta fragile psicologicamente, è vero, ma lo è perché mancano leader in campo che sappiano dettare tempi e suggerimenti. Ora vediamo se la cura Delneri ha portato qualche cosa in più anche sotto questo aspetto.

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