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Udinese, le luci di San Siro sono per te!

Stramaccioni lasciò l’Inter dopo un 2-5 contro l’Udinese. Il destino è strano, è ripartito proprio dal Friuli, con le sue idee, le sue certezze e i suoi dubbi su come fare di questa squadra la ‹ sua › squadra. Per ora il lavoro è a...

Monica Valendino

Stramaccioni lasciò l’Inter dopo un 2-5 contro l’Udinese. Il destino è strano, è ripartito proprio dal Friuli, con le sue idee, le sue certezze e i suoi dubbi su come fare di questa squadra la ‹ sua › squadra. Per ora il lavoro è a metà, però una vittoria a Milano contro chi già parlava di gara persa, è una bella rivincita vista la situazione contingente.

L’operaia Udinese, con gli infortuni che ha, gli uomini chiave non al cento per cento, ha messo il cuore a riparare quei difetti che nascono da questi problemi che solo gli allenatori senza patentino vogliono evitare di vedere. L’Udinese parte male, è vero, come sempre la paura fa arretrare troppo il baricentro, poi preso il gol, la reazione e la fioritura, come da tempo non si vedeva.

L’Udinese vince e lo fa con merito, al di là dei numeri della prima frazione.

Tre punti a Milano oltre che fare classifica fanno morale: quello che poi pian piano si traduce in coraggio, in spregiudicatezza, in sicurezza. Quando sei tranquillo puoi fare giocate che sono nel tuo Dna, ma che la paura frenano e ti fanno sbagliare facilmente.

L’Udinese tiene, qualcuno dirà che ha fatto più catenaccio che altro, ma i mattoni per la classifica non vengono con il finto coraggio nell’ostentare una squadra senza equilibrio. Si può giocare con due difensori come il Barcellona (Puyol e Piquet) e non avere problemi, si può giocare con un 4-4-2 ed essere spettacolari: l’inghippo è solo avere gli uomini giusti al posto giusto e al meglio della forma. Strama ha scelto il 3-5-2, che diventa difesa a cinque in fase di non possesso: difensiva o offensiva dipende dall’atteggiamento e i bianconeri hanno mostrato coraggio al Meazza soprattutto nella ripresa.

Diciamo che l’Udinese ha ancora qualche problema da risolvere, ma se Widmer e Silva diventano quello che Strama (e non solo) si aspettano, con la forma al massimo, se Muriel recupera e smette di fare l’eterno incompiuto dimostrando sul campo che il lavoro che fa ha  un fine, allora se ne vedranno delle belle. Perché il seme è stato piantato, ma le foglie verdi nascono a primavera. Non aspettare significa solo avere pretese che le stagioni diventino come le vogliamo noi.

Citando i Byrds, c’è un tempo per ogni cosa: oggi è tempo per gioire perché l’Udinese non è inferiore all’Inter e le sta sopra in classifica, scusate se è poco: non distante da chi parla di Europa. Poi c’è un tempo per migliorare e uno per raccogliere i frutti. Vedremo come saranno alla fine. In fondo il progetto è chiaro: serve costruire, come lo stadio, senza scordarsi che esiste quella Coppa Italia che anche se difficile, è stuzzicante per arrivare in Europa. Ma a 21 punti dopo 14 partite e una masnada di squadre ancora vicine, basta poco per cambiare marcia e puntare a questo anche in campionato

©Mondoudinese

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