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Udinese, si naviga a vista

L'Udinese naviga a vista sapendo che il porto della salvezza non è lontano: ma si deve fare molta attenzione. E per le conferme non basterà raggiungere quota 38, il club vuole qualcosa di più.

Monica Valendino

L’Udinese va avanti  piccoli passi: la salvezza è un pratica ancora tutta da archiviare, servirà fare molta attenzione alle bucce di banana. I bianconeri non hanno molta benzina in corpo, questa è l’amara verità: gli altri anche correndo meno, non faticano a imbrigliare la squadra di De Canio. Il quale sta provando in tutte le maniere a ridare energie al gruppo (intensi gli allenamenti atletici anche di venerdì), ma l’operazione a cui è chiamato non è facile, viste le macerie che si è trovato davanti.

Per cui si prende quello che si può, si naviga a vista. Onestamente con altri tre punti non ci dovrebbero essere problemi, anche se gli scontri diretti con Frosinone, Palermo e Carpi non sono favorevoli. Per cui nelle prossime cinque gare serve fare legna, poco altro a questo punto. Un missione possibile, ma che fatica.

ULTIME TAPPEFiorentina, Inter, Torino, Atalanta e Carpi chiuderanno la stagione. Se per la virtuale permanenza in A bastano ancora tre punti, la proprietà ne chiede di più. Cinque punti sono il minimo sindacale e da questi passeranno le riflessioni sulle conferme, ma vista la condizione generale serve essere realisti, se ne prende altri tre e chiude i conti in maniera definitiva è già un bene. Il che significa però fare peggio dell’anno corso, quando il lavoro di Stramaccioni forse è stato più che sottovalutato: mai quella squadra ha rischiato di andare giù, la confusione vera è arrivata dopo.

ILLUSIONI La gara col Napoli aveva illuso un po’ tutti, ma forse quella gara è stata davvero un episodio figlio di mille congiunzioni astrali. Una Udinese come quella era impensabile probabilmente rivederla e un po’ tutti si sono immaginati che la malattia era guarita. Invece questa squadra è ancora convalescente, e oggi si deve ragionare su questo.

CONDIZIONE  L’Udinese fisicamente non sembra esserci, o meglio troppi elementi sono differenti per un motivo o l’altro e quindi non c’è omogeneità.  Il rosso a Felipe è uno dei tanti falli di reazione scellerati visti quest'anno, frutto probabilmente di una testa che va in apnea.

IL FUTURO Non si prescinde dalla programmazione di una stagione. Di solito l’Udinese ha avuto la fortuna di poterci pensare sempre per tempo: oggi, tra salvezza agognata e regole diverse rispetto al passato (i famosi 25 per rosa), programmare non solo è utile, ma indispensabile. Gigi De Canio ha ammonito che parlare del nuovo allenatore può portare qualche distrazione. Non lo fa per cercare risposte su di sé, ma perché la squadra potrebbe risentirne. Il nome del tecnico lucano rimane ancora forte anche per la prossima stagione, ma altrettanto forti rimangono le voci su Roberto Stellone e Rolando Maran. Stefano Pioli è un altro candidato (forte), ma la Fiorentina se chiamasse difficilmente troverebbe un ‹ no ›. A De Canio, come detto,  i Pozzo non chiedono non solo la salvezza, ma anche una posizione finale degna della rosa, che non è da Champions, ma nemmeno da meno di 40 punti.

 

 

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