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Udinese, una strana storia del destino

Udinese-Atalanta, oggi come nel 2001 è decisiva. Le analogie sono tante, gli intrecci della storia pure. Il risultato si spera sia lo stesso, altrimenti i bianconeri vedrebbero davvero il baratro da vicino

Monica Valendino

La storia, si dice, si ripete sempre. E a volte è davvero beffardo il destino. Nel 2001 Gigi De Canio a marzo  lasciò l'Udinese per lasciare spazio a Luciano Spalletti che alla penultima giornata, andando a vincere 1-0 a Bergamo sull'Atalanta si salvò. Poi, l'attuale tecnico della Roma non venne confermato per puntare su Giampiero Ventura.

A 15 anni di distanza esatti Spalletti ha contribuito ad aprile all'esonero di Stefano Colantuono (che nel 2005 si legò all'Atalanta), e al posto del tecnico di Anzio riecco De Canio. Che a Bergamo alla penultima giornata si gioca la salvezza e, forse, anche la permanenza a Udine.

Il tecnico di Matera piace ai friulani, il recente sondaggio proposto su queste pagine è stato eloquente. Ma era stato fatto prima del fatal Torino, una gara che ha lasciato tutti sbigottiti per come non è stata giocata dall'Udinese. De Canio sembrava aver risolto, almeno in parte, i tanti problemi che si sono susseguiti quest'anno, invece tutto è tornato come prima  in un solo colpo.

Ovvio che la salvezza è il minimo sindacale per sperare nella conferma, discorso  che non può essere nemmeno preso in considerazione fino a che i bianconeri non si salveranno.

Ma a Bergamo potrebbe anche non bastare la vittoria se Palermo e Carpi dovessero emulare i friulani nel risultato contro Fiorentina e Lazio. I rosanero sembrano quelli che stanno peggio, ma un altro colpo d'ala potrebbe cambiare tutto, essendo la squadra di Ballardini in vantaggio sull'Udinese negli scontro diretti. Anche il Carpi in caso di arrivo a pari punti con i bianconeri sarebbe davanti.

Oggi come nel 2001 l'Udinese sembra essere arrivata senza molte forze alla fine: servirà la testa più che le gambe. Ma oggi, a differenza di allora, quello che manca davvero è un nucleo di giocatori nostrani che sappiamo far capire davvero ai tanti stranieri cosa significa mantenere la categoria per una città come Udine.

Nel 2001 l'Udinese aveva già un'indole esterofila, ma il nucleo storico era sempre mantenuto dagli italiani. Oggi tutti i senatori hanno di fatto abdicato e il 'caso Di Natale' rimane uno dei punti caldi della stagione, perché mentre il Capitano è in disparte, a Roma un certo Totti si sta rivelando fondamentale nonostante i dissidi con Spalletti.

La storia racconta che allora c'era un certo Muzzi a salvare la baracca. Oggi il compito spetta di diritto a Thereau o Zapata. Il francese ha mantenuto le attese in termini di gol che gli sono nelle corde, per Zapata l'infortunio è stato fatale, ma oggi non ha più alibi e deve cancellare i troppi alti e bassi avuti recentemente.

L'Udinese non ha altra scelta, vincere per non dover attaccarsi agli smartphone (nel 2001 c'erano ancora le radioline) per conoscere i risultati altrui. Ma oggi come allora in palio non c'è solo una salvezza, ma l'intero ecosistema bianconero.

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