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Gazzetta: Pozzo espelle Pairetto «Non deve arbitrare più»

Il proprietario dell’Udinese va giù duro: «Mai visto errori del genere in 30 anni di calcio»

Redazione

Anche sulla Gazzetta ampio spazio a Pairetto e Pozzo.

Qualche anno fa sarebbe esploso molto prima. Stavolta Gianpaolo Pozzo ha resistito di più, ma alla fine ha deciso di stappare la “magnum” della sua rabbia unendosi ai già tanti presidenti e allenatori che se la prendono con gli arbitri. Oddio, qualche motivo di lamentarsi l’Udinese ultimamente ce l’ha avuto: il rigore non concesso a Zapata con il Chievo, il contatto molto dubbio a Firenze di Milic su Widmer, quello di Dell’Orco su De Paul nella gara con il Sassuolo. Tutto nelle tre precedenti partite a quella di domenica con la Lazio.

Accuse pesanti La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato però il penalty che ha deciso la sfida dell’Olimpico. All’Udinese si chiedono come sia stato possibile che l’addizionale Saia abbia rilevato un tocco di mano di Ali Adnan che nemmeno numerosi replay sono riusciti a stabilire. E così ieri Pozzo ci è andato giù pesante ai microfoni di Udinese tv. Prima spiega di «parlare a titolo personale da tifoso», poi definisce la decisione di Pairetto e Saia «la peggiore che mi sia capitata in trent’anni di calcio. L’arbitro è a due passi e l’addizionale di fronte: non trovo giustificazione. O dobbiamo dire che è incapace o ancora peggio disonesto. Per me non dovrebbe arbitrare più. Mi assumo le responsabilità di quello che dico e se non sono soddisfatti delle mie parole, ben venga una querela, sono disposto ad andare fino in fondo». Chiede una “punizione” per i due fischietti: «Se la passano liscia non so cosa dire. Peccato, perché, a parte questo campionato, la gestione degli arbitri nelle precedenti stagioni era stata soddisfacente».

Viva la tecnologia Pozzo, nel 2004, dopo un gol annullato a Iaquinta per un fuorigioco inesistente in un Udinese-Bologna, si impegnò in prima persona è affidò al Cnr di Bari il compito di costruire un progetto che permettesse di usare la tecnologia nel calcio. Il sistema fu anche sperimentato allo stadio Friuli in una gara di coppa Italia tra Udinese e Inter.«A suo tempo credo di aver dato il mio contributo perché qualcosa si muovesse in questo senso», dice Pozzo al quale il nome di Pairetto evoca Calciopoli. «Conosco il padre», aggiunge riferendosi a Pierluigi, uno dei due designatori nel 2006. «Ho sempre creduto nella soluzione tecnologica, in federazione c’erano dei dubbi perché Blatter non ne voleva sapere, ma alla fine sono stati bravi a far digerire almeno la soluzione della goal tecnology. Ora aspettiamo l’avvento della Var. Mi auguro che sia messa in funzione dal prossimo anno, sarebbe più economica della gestione di questi arbitri addizionali che mi sembra abbiano creato più confusione che altro». La Var è stata sperimentata proprio allo stadio Friuli in Italia-Spagna Under 19, il 18 gennaio. Regista dell’esperimento l’ex arbitro Rosetti: Fabbri in campo e la coppia Orsato-Giacomelli davanti ai monitor. «Credo che gli stessi fischietti vogliano togliersi di dosso certe responsabilità. Mettiamo fine a questa tortura. Il calcio ha una storia ultracentenaria, ma non ha mai cambiato le sue regole. La tecnologia è un mezzo semplice che può aiutare l’arbitro anche sui calci di rigore».

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