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Il Gazzettino: Udinese, la ricetta dell’analista

Il Gazzettino dedica l’apertura alla questione mentale in casa Udinese. Viaggio dentro la testa dei giocatori dell’Udinese, per capire come mai la squadra di Stefano Colantuono paghi così a caro prezzo l’ingresso in campo molle...

Monica Valendino

Il Gazzettino dedica l'apertura alla questione mentale in casa Udinese.

Viaggio dentro la testa dei giocatori dell'Udinese, per capire come mai la squadra di Stefano Colantuono paghi così a caro prezzo l'ingresso in campo molle e arrendevole.(...)  In questo caso la voce autorevole è quella di Simone Teso, mental coach pordenonese che cura la tenuta emotiva di calciatori, dirigenti d'azienda e allenatori. Il quadro che ne esce è quello di una squadra che pecca in una sfaccettatura del carattere che nel calcio fa la differenza: l'autostima.

L'ENTRATA IN CAMPO -«L'ingresso dal primo minuto richiede concentrazione - spiega il mental coach friulano - ma soprattutto la focalizzazione della mente sull'obiettivo, il cosiddetto "qui e ora", che noi allenatori del carattere poniamo al primo posto. Si tratta di definire un focus e di lottare per raggiungerlo. Si può tradurre il tutto con il termine cattiveria, ma sarebbe limitativo. C'è molto di più».

Così l'analisi si addentra e rispolvera i dati che vedono l'Udinese soffrire il gioco avversario in tutti i primi 45 minuti di gioco. «I casi sono due - prosegue Teso -: o l'Udinese scende in campo con superficialità e senso di superiorità, sottovalutando quindi l'avversario, oppure c'è del timore». E questo secondo aspetto fa al caso nostro (e a quello dei bianconeri): «L'Udinese - illustra il mental coach - pecca di autostima. Gli errori sulla giocata semplice, il baricentro basso, sono tutti segnali di una squadra timorosa, che non ha stima in sè stessa».(...) 

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