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Messaggero Veneto: Disperazione Udinese non riesce più a vincere

Gran gol di Fofana, poi il Sassuolo rimonta tra errori e scelte sbagliate

Redazione

L'analisi del Messaggero Veneto sulla sconfitta dell'Udinese.

 Finisce come non doveva finire. Con l’Udinese che si infila nell’ascensore per l’inferno e la Curva Nord che dimentica il miele di questi tre gironi vissuti nell’amarcord per Zico e annega i propri dispiaceri in un paio di bicchieri di amaro: «Devi spendere, devi spendere», nei momenti di down, da un anno a questa parte, è questo il coro che si alza ogniqualvolta i bianconeri floppano di brutto. Sul banco degli imputati chi tiene la cassa, il “pensionato” Gianpaolo Pozzo prima, il figlio Gino adesso che non riescono ad imprimere una svolta all’Udinese con la politica che negli ultimi due decenni ha portato il club alla ribalta internazionale. Il circolo virtuoso alimentato dalle plusvalenze poi investite grazie ai consigli di illuminati osservatori sparsi nel mondo sembra essersi spezzato, ormai è chiaro che la società dovrà trovare nuove idee per rigenerarsi, ma intanto i tifosi non possono essere messi a bagnomaria, finiscono per essere lessati dalle delusioni. Delusioni che si consumano come clamorosi autogol: la partita addio di Di Natale persa con il retrocesso Carpi, la sfida con il Sassuolo finita con una triste resa davanti agli occhi del Galinho. Ma sono poi tutti dei polli i giocatori dell’Udinese? C’è da dire che, a differenza del collega Di Francesco, Delneri non ha in panchina un Defrel in grado di entrare e decidere la partita con una doppietta – il secondo gol è un piccolo capolavoro –, anzi non ha neppure un attaccante con quelle qualità tra i titolari. Se infatti ieri il peggiore in campo è stato Thereau, il peccato originale del progetto Udinese è Duvan Zapata, il centravanti preso in prestito dal Napoli. Se si pensa che nell’estate del 2015 il club bianconero avrebbe potuto prendere il Gallo Belotti sborsando 8 milioni a Zamparini – poi ci pensò Cairo per il Torino – viene da chiedersi chi abbia convinto Gino Pozzo che l’operazione con il Napoli fosse un capolavoro. Insomma, se Zico merita il sigillo della città per essere ancora oggi un ambasciatore del Friuli, a quel consigliere dovrebbero togliere la cittadinanza calcistica. Fin qui la società per dare bada ai: «Devi spendere». Ma ieri ci ha messo del suo anche la squadra che – con le sue non risposte – ha messo in netta difficoltà Gigi da Aquileia che, dopo aver avuto il pregio di risollevare il morale della truppa e aver messo in ordine non pochi particolari tecnico tattici tra ottobre e novembre, ora dove imboccare con decisione la strada delle scelte drastiche per non finire nel tritacarne. 

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