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Messaggero Veneto: Thereau, “Siamo in debito con società e tifosi”

Thereau si appresa a giocare la terza stagione in bianconero. Le sue parole dopo l'ultima annata da dimenticare a livello di squadra

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto dedicata all'intervista a Thereau.

«Udine fino a due ani fa era una piazza che arrivava stabilmente nei primi sei posti e io volevo giocare in Europa. Il guaio è che non abbiamo avuto più Totò che segnava 30 gol a stagione. Che il Chievo ci sia arrivato davanti non mi dispiace, il problema è che l’Udinese non ha mai espresso tutto il suo potenziale». La sensazione è che anche lei non abbia mai espresso appieno il suo potenziale. Concorda? «Sono un giocatore che ha bisogno di essere al 100% della condizione perchè ho uno stile di gioca che mi porta a muovermi molto. C’è anche poi un aspetto mentale che pesa, ma sia chiaro che non scelgo le partite in cui giocare bene anche se è vero che con avversari meno importanti rendo poco».

Cosa le resta dei due anni vissuti con Di Natale? «Tanto. Lui era bello solo a vederlo giocare. Purtroppo avrei dovuto arrivare due anni prima perchè avevamo le caratteristiche per integrarci bene». 

Il tandem tra lei e Zapata può funzionare? Lo scorso anno avete segnato 19 gol in due ma giocando poco assieme... «Entrambi dobbiamo stare al top per rendere. Sulla carta siamo una coppia da 25-30 gol. Sarà importante fare una buona preparazione senza intoppi».

Ma per essere un attaccante non pensa di giocare troppo lontano dalla porta? «Questo è un appunto che mi facevano sempre Di Natale e anche gli allenatori che ho avuto. Forse è così, ma è il mio modo di stare in campo, per fare gol devo muovermi e partire da lontano».

Sono arrivati Peñaranda, Evandro, De Paul. La concorrenza è aumentata... «Da quando sono in Italia è sempre stato così. Al Chievo c’erano Paloschi e Pellissier, il primo anno a Udine la coppia titolare doveva essere Di Natale-Muriel. Comunque più giocatori bravi ci sono e più ne trae beneficio la squadra».

Iachini, insomma, ha una bella gatta da pelare in mano. «Con il mister ci stiamo conoscendo. Siamo solo all’inizio, ma posso dire che già nella prima mezzora giocata con i russi del Krasnodar ho avuto la sensazione che la squadra sapesse cosa fare». 

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