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Messaggero Veneto: Udinese fragile Lazio da Europa

È tornata a essere continua per rendimento grazie ad alcuni giocatori che sanno saltare l’uomo

Redazione

Apertura el Messaggero Veneto con intervista a Zoff.

 «No, domenica non andrò all’Olimpico, ma guarderò la partita sicuramente in diretta tv: sono curioso e affezionato a tutte e due». Non potrebbe essere differentemente per Dino Zoff: l’Udinese è l’amore di gioventù, la squadra che l’ha lanciato nel mondo dei “grandi”, la Lazio il club che – nell’era Cragnotti – l’ha fatto diventare addirittura presidente, dopo quattro stagioni piene sulla panchina, all’inizio degli Anni 90.

Zoff, cominciamo allora proprio dal duello sul campo: che dire di Lazio e Udinese? «L’Udinese è una squadra interessante, come spesso è successo nella gestione Pozzo, anche se i risultati non sono più sorprendenti come qualche anno fa. Le individualità non mancano, però. Chi mi piace? Il francesino, Fofana: è capace di abbinare tecnica e dinamismo. Ma è giovane e come per tutta l’Udinese credo bisogna avere un po’ di pazienza. La squadra di Delneri è infatti ancora piuttosto fragile: ha subito troppe rimonte e questo fa capire che non è ancora matura come gruppo».

In porta i bianconeri proporranno Karnezis: Scuffet, sembra aver perso il treno. «Non ha perso alcun treno. Anche io ho sbagliato una stagione da giovane, l’importante è restare tranquilli e giocare per accumulare esperienza. Ecco, se proprio devo dargli un consiglio, gli dico di andare via se non potrà diventare titolare, magari in prestito».

Un po’ quello che sta facendo Alex Meret ora alla Spal in serie B... «Meret è un talento. Può diventare un giocatore di livello. Dietro all’Udinese ci sono altri giovani portieri? Sono contento. Così come mi fa felice sapere che ci sono almeno 6-7 ragazzi che possono dare vita a un nuovo ciclo in azzurro». Il ct Ventura ne ha chiamati parecchi di giovanissimi negli stage. «Per esperienza, visto che in carriera ho ricoperto anche quel ruolo, gli stage della Nazionale servono poco, l’importante è che i giovani abbiamo spazio nel loro club. E adesso mi sembra che molte squadre di A sono meglio disposte nei confronti dei prodotti del vivaio».

 Il filo del discorso ci porta sulla panchina: all’Udinese c’è Delneri... «L’ho incrociato diverse volte, in questo senso posso dire di conoscerlo bene: era un integralista del 4-4-2, adesso è decisamente più aperto ad altre soluzioni tattiche, come è giusto che sia. In definitiva sono i giocatori che dettano il modulo». 

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