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Messagggero Veneto: Fuori la voglia

Serve l'impresa a Roma contro la Lazio

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto dedicata alla presentazione di Lazio-Udinese.

Il piatto piange. Nel giorno della trasferta all’Olimpico, sponda Lazio, lasciate perdere la buffonata dei 40 punti, non è un obiettivo reale: la quota salvezza è da tempo decisamente più in basso, in particolare in questo anno, fatto di un vagone di coda che da tempo è stato sganciato su un binario morto, quello che porta alla retrocessione. In questo scenario l’Udinese non riesce a trovare le motivazioni per dare qualche soddisfazione ai tifosi, alla società, al proprio tecnico. Ci piace, del gruppo bianconero, quella inclinazione a consegnare il compitino alla fine dei 90 minuti, laddove un po’ tutti si aspettano segnali per tratteggiare la squadra che verrà: non è stato detto che è questo il primo anno di un progetto di rilancio? Motivazioni. Insomma, con una salvezza già virtualmente in tasca, nelle condizioni ideali per esprimersi senza pressioni e “paure” molti attendevano un salto di qualità dei bianconeri, magari senza troppa continuità di rendimento, ma con quelle impennate di rendimento che ti danno la carica, che ti fanno fare il pieno di adrenalina. Macché, l’Udinese è piatta, si è esaltata contro il Milan, davanti al Friuli tutto esaurito, ma per il resto in questi primi due mesi del 2017 è stata a dir poco soporifera. Un tifoso cavalcando l’onda bianconera sta vivendo le stesse emozioni di un surfista sul Mar Morto. Meglio mettersi a mollo con gli occhiali da sole e guardare il panorama. E – se permettete – questa prospettiva è davvero deprimente per una squadra che dovrebbe far capire di essere in divenire. Mancano le motivazioni? Manca la voglia? Ecco, da oggi contro la Lazio l’Udinese ha la possibilità di far vedere che è mossa da qualcosa, che dentro ha un’anima. Soluzioni. Gli osservatori esterni hanno chiesto a Delneri una scossa per rianimare il paziente. Un nuovo modulo (forse un 4-2-3-1?), nuovi interpreti (magari più giovani e inesperti, gli errori di questi si digeriscono di meglio), ma Gigi da Aquileia a sorpresa ieri ha deciso di confermare il suo 4-3-3 mobile, capace di trasformarsi in un 4-1-4-1, mentre le carte d’identità resteranno più o meno le stesse. «I giocatori vanno rispettati perché danno sempre tutto quello che hanno», ha spiegato il tecnico mettendosi in trincea con i suoi ragazzi.

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