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Cresce l’Udinese, avanti in Coppa Italia

Buon pubblico e meteo incerto: questo prometteva il new Friuli alla squadra, finalmente scesa in campo con la tenuta biancanera (istoriata da numerosi inserti blu, e gialli, rimandanti alla patriarcale aigle), in questa prima uscita ufficiale....

Franco Canciani

Buon pubblico e meteo incerto: questo prometteva il new Friuli alla squadra, finalmente scesa in campo con la tenuta biancanera (istoriata da numerosi inserti blu, e gialli, rimandanti alla patriarcale aigle), in questa prima uscita ufficiale. Avverso i nostri, un Novara pugnace e tutta corsa, che però non mi dimentico aver scippato una meritata promozione in serie cadetta, l'anno passato, ai giallorossi del Bassano e del crinitissimo Iocolano, col valzer tutto italico dei punti tolti, poi ridati per inadempienze fiscali. Pazienza, sarà mica la prima né l'ultima. Purtroppo.

Il primo tempo vede in campo per l'Udinese gli undici che probabilmente il signor Colantuono ritiene quelli più papabilmente titolari, i quali si mostrano e dimostrano ben più determinati dell'anno passato. Non voglio scontentare le numerose fanatiche (detto in senso buonissimo) dell'allenatore il quale l'anno passato ci deliziò: ma ho visto più pressing, agonismo, voglia di puntare l'area avversaria oggi che in tutta la stagione scorsa, fatte salve alcune mezze prestazioni contro squadre top (e il primo tempo, nel cantiere Friuli, contro i nerazzurri orobici proprio del mister di Anzio).

Direte "beh, contro una squadra di serie B...". Verità. Ma in conseguenza di due anni nojosi come quelli passati ci facciamo bastare pure le buone intenzioni.

Due reti, diverse occasioni da rete, pochissimi rischi per la retroguardia in bianconero: ecco in sintesi la prima frazione. Ribadisco, siamo agli sgoccioli del calcio d'agosto ma più di così non mi sarei potuto attendere. Molto bene la catena di destra Edenìlson-Badu, con il ghanese ancora piuttosto impreciso ma volitivo e ringhiante; performante il verdeoro, classe corinthiana che rende oggi pleonastica la presenza del pur bravissimo Widmer. Sarà una lunga e logorante stagione, ci sarà spazio per tutti. Guilherme si rivela il solito gattone, lento e compassato, ma indovina il tiro dalla distanza che sblocca la gara. Due giri di lancetta per il raddoppio di Théréau, dopo un'incursione di Edenìlson e Totò mal controllata dal portiere azzurro Tozzo.

Nella ripresa, l'Udinese (con un Iturra nel motore al posto di Guilherme) ha il torto di non volerla chiudere; occasioni ce ne sono state, con un paio di belle parate di Tozzo su Totò, prima che il mio Orestìade la combini grossa facendosi sorprendere su una velenosa punizione dalla sinistra del subentrato Buzzegoli, una vita in giro per l'Italia e metà di questa nel Novara.

Debbo essere onesto: a quel punto si temeva che all'Udinese venisse il braccino. Non sarà così: basta un'accelerazione di Duvàn el panteròn che riceve una palla sulla sinistra, risucchia verso di sé gli avversari, li surclassa di putenza, forza e agilità per fornire all'Andrade Edenìlson il colpo di testa che risigilla la gara.

A me la squadra non è dispiaciuta: ha messo in campo velocità ed intesa, segno che il lattato sta lasciando le membra allenate dal caldo e dalle sessioni tutt'altro che leggere imposte dallo staff di Colantuono; la gestione della gara nella ripresa, però, mi lascia perplesso, trovandomi come unica scusante a questo calo di concentrazione la manifesta difformità di livello tecnico e tattico. Le gare vanno chiuse, però, e subito. Non sono mai stato del partito dei generosi, dei gentilil, degli umani i quali si limitano al compitino per non umiliare l'avversaria. Se fra due formazioni ci stanno sei goal, sono sei le reti che dovranno essere realizzate. Oggi per larghi tratti del primo tempo, ed anche all'inizio del secondo, si è avuta la netta impressione che l'Udinese potesse tracimare, soprattutto quando il Novara si è un po' lasciato andare alla delusione. Il bravo Baroni li ha riorganizzati nell'intervallo e qualcosa di più i novaresi l'hanno fatto; anche se, ripeto, una punizione come quella non può, mai, diventare rete. Ma al bravo ellenikòn podòsferòs quest'errore, il primo in un anno e mezzo di militanza, glielo perdoniamo.

E ad essere del tutto onesti, gare come queste possono facilmente riservare brutte sorprese alle formazioni più quotate: questo turno di Coppa Italia, giocato come detto ai margini del calcio agostano, amichevole e preparativo,ci ha fatto vedere squadre di A lontane dalle performances da loro attese. C'è voluto un tempo e mezzo al Palermo per avere ragione dell'Avellino; identica cosa per il Sassuolo sul Modna di Hernàn Crespo, mentre Empoli, Frosinone e Bologna si fanno irretire rispettivamente da Vicenza, Spezia e (addirittura) Pavia (formazione di Legapro). Si sa, qualcuna fra queste è quasi un cantiere aperto, tipo il Bologna che ha schierato nella ripresa Mancosu quando sappiamo che sta arrivando Mattìa Destro. Brava dunque l'Udinese, a capitalizzare almeno una parte delle occasioni create per portarsela avanti senza poi troppi patèmi.

Insomma, la prestazioni di questo pomeriggio dimostra chiaramente che le ripetute battute d'arresto seguenti ad una prima parte tutto sommato positiva erano dovute ai carichi della preparazione atletica. Giudizi sulla squadra? Lungi da me. Ma la strada che porterà all'inizio del campionato risulta meno disagevole, se non altro dal punto di vista morale ed emozionale.

Certa è una cosa: questo allenatore è differentissimo dai due predecessori. Meno scintillante del romano, meno didattico del profeta di Castelfranco, di entrambi loro sicuramente più pragmatico e deciso. Vedremo come proseguirà, vedremo se il miglioramento continuo sarà sempre e comunque un punto fermo dell'anziate, così come il mio. Stasera è parso indemoniato, spiritato, agitatissimo e propositivo, segno che le prestazioni dei suoi giocatori non lo hanno soddisfatto al cento per cento.

Settimana prossima si fa, decisamente e veramente, sul serio: e vado controcorrente. Meglio iniziare da una gara impossibile come quella allo Juventus Stadium, da dove se non si dovessero portare a casa punti il dramma non si porrebbe. Ma giocando liberi, sciolti, garibaldini, ma soprattutto giocando al calcio (senza scoprirsi troppo, e con Colantuono il problema non esiste), bèh... E non vado oltre nella previsione...

Franco Canciani @MondoUdinese

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