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L’Udinese cerca l’antidoto al “Black January”

EMPOLI, ITALY - JANUARY 22: Levan Mchedlidze of Empoli FC reacts during the Serie A match between Empoli FC and Udinese Calcio at Stadio Carlo Castellani on January 22, 2017 in Empoli, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Nelle ultime dieci stagioni, compresa quella in corso, i bianconeri hanno raccolto pochissime soddisfazioni durante il mese di gennaio: casualità o recidività?

Castellini Barbara

Udinese "congelata". Gennaio non è certo uno dei mesi più entusiasmanti per i colori bianconeri. Negli ultimi dieci anni le zebrette, indipendentemente da allenatori, giocatori e obiettivi, hanno raccolto pochissimi risultati positivi e anche il 2017 (putroppo) sta andando in questa direzione. Tre sconfitte su tre gare giocate, con il Milan all'orizzonte: serve davvero una svolta importante per invertire la rotta ed evitare di arrivare a febbraio con gli stessi punti del 22 dicembre.

Anzi possiamo dire che l'Udinese avrebbe bisogno di un vero e proprio antidoto per il "Black January", il mese nero dei friulani, dove mercato e campionato si intrecciano e i risultati latitano. Nel 2016, per esempio, dopo l'illusoria vittoria casalinga con l'Atalanta per 2-1, i friulani guidati da Stefano Colantuono furono sconfitti a Carpi (2-1), poi dalla Juventus (0-4) nel giorno dell'inaugurazione della Dacia Arena, a Palermo (4-1) e risollevarono la testa a fine mese in casa contro la Lazio cogliendo un punto dopo essere rimasti in inferiorità numerica nella ripresa (0-0). L'anno precedente, con Andrea Stramaccioni in panchina, la media è stata leggermente più alta, ma di certo non soddisfacente: dopo la sconfitta molto discussa (per le decisioni arbitrali) per 0-1 in casa con la Roma, arrivarono i pareggi a Sassuolo (1-1), in casa con il Cagliari (2-2), seguiti dalla vittoria a Empoli (1-2) e dal pareggio senza reti tra le mura amiche con la Juventus. Assolutamente da dimenticare, poi, il gennaio 2014, l'ultimo targato Francesco Guidolin: si cominciò nel giorno dell'Epifania con il ko interno con il Verona (1-3), poi l'Udinese incappò in altri tre risultati negativi a Genova contro la Sampdoria (3-0), in casa con la Lazio (2-3) e a Parma (1-0). Per uscire da questa spirale di negatività dobbiamo arrivare al 2013, quando i bianconeri riuscirono a piegare Inter (3-0), Fiorentina (3-1) e Siena (1-0) e nel mentre furono fermati soltanto dalla Juventus a Torino (4-0). Più altalenante l'andamento del gennaio 2012 con due vittorie (al Friuli con il Cesena 4-1 e con il Catania 2-1), alternate da due sconfitte esterne (3-2 al Ferraris contro il Genoa e 2-1 allo Stadium contro la Juventus). Decisamente positivo anche il primo gennaio con Guidolin in panchina: l'Udinese passò dal 2-o inflitto tra le mura amiche al Chievo, al rocambolesco 4-4 di San Siro contro il Milan, alla vittoria per 2-4 al Ferraris contro il Grifone, alle due meraviglie con Inter (3-1) e Juventus (1-2 a Torino). Il gennaio 2010, invece, fu un autentico "Black January" con i ko per 2-0 a Bari e 2-3 a Genova con la Samp e i pareggi con Lazio, Parma e Catania. Nessun trionfo, dunque, anche se va dato merito a Gianni De Biasi di aver rimesso in carreggiata una squadra rimasta senza fiato. Un solo successo, pesantissimo però, arrivò nel gennaio 2009 sotto la gestione di Pasquale Marino: dopo l'1-1 casalingo con la Samp, il passo falso a Cagliari (2-0) e l'incredibile sconfitta a Palermo (2-3) i bianconeri superarono la Vecchia Signora al Friuli (2-1). E chiudiamo questa analisi con gennaio 2008: complice la lunga pausa natalizia, l'Udinese scese in campo solo in tre gare, a Cagliari dove si impose per 0-1 e al Friuli dove conquistò un punto con l'Inter, subito dopo la sconfitta di misura con il Milan (0-1).

E proprio con il Milan se la vedranno Thereau & compagni domenica al Friuli. L'avversario è senza dubbio tra i più tosti da affrontare, ma l'Udinese ha il dovere morale di dimostrare che la figuraccia di Empoli è stata un incidente di percorso in una fase di crescita complessiva. Dopotutto l'antidopo più efficace per cancellare il "Black January" è solo uno: il coraggio.

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