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Muffosa

L'Udinese oggi appare stantia, vecchia, umida: si attendono novità dalla società. Colantuono pare abbia le ore contate, ma non si risolvono tutti i problemi sono cambiandolo. Serve ripartire, ricostruire un rapporto con la gente Friulana che non...

Monica Valendino

In periodi di neologismi ce ne uno che ci viene in mente per descrivere questa Udinese: « Muffosa ». Un insieme di aria stantia, vecchia, umida e anche un po’ con quel odore di uova vecchie, un po’ ammuffita come quei muri  sempre ombreggiati con qualche tubatura rotta.

E di tubature rotte a Udine di questi tempi ce ne sono parecchie, solo che l’idraulico si fa attendere, come al suo solito del resto.

Ora ci servono punti: vero verissimo, ma serve anche altro, perché oramai le scuse, le analisi, non servono davvero più. E probabilmente da qui alla fine dell’anno non basteranno nemmeno i punti per conquistare la fiducia di un ambiente scosso da troppe annate che danno l’impressione di essere figlie di una gestione non più attenta solo sull’Udinese.

La gente Friulana non merita questo spettacolo. Si parla di finali da settimane, si parla di cicli da vincere e partite da non fallire, si parla, si parla, si parla. Ma la sostanza sono i fatti che dicono, anzi che confermano, che se l’Udinese si salverà lo farà per demerito altrui.

Ci si attende qualche risposta dalla società che non siano le solite frasi fatte, le solite ammonizioni, le solite bordate verso un allenatore che non ha più il sostegno di nessuno, né del pubblico né tanto meno della squadra probabilmente.

Oggi probabilmente verrà fuori qualcosa dalla stanza dei bottoni,  Colantuono pare avere le ore contate, il nome del suo sostituto potrebbe non essere quello di Alessandro Calori. Vedremo

E’ l’ora delle scelte del resto, sbagliare anche l'eventuale sostituto potrebbe essere fatale: da una parte il cambiamento, cercando di dare una segnale a tutti, squadra e tifosi, che si sta facendo di tutto per salvare il salvabile. Dall’altra il perseverare, credendo che davvero tanto sette, otto punti alla fine li si farà.

All’Udinese ne basteranno probabilmente tanti per mettersi in salvo, ma farli non è una passeggiata e pensare di arrivare a gare contro Chievo, Carpi o Atalanta con l’imperativo di vincere sarebbe la scelta peggiore: perché troppe finali sono state già perse e non sempre puntando tutto su una carta poi si vince.

Azzardare non  è possibile. La gara con la Roma dove essere una sorta di ultimatum, non dell’ennesimo penultimatum, non solo verso il tecnico, ma anche verso i giocatori. Perché se Colantuono di errori ne ha fatti, è altrettanto vero che chi va in campo non può sentirsi esime da colpe. Se ci si aggrappa alle solite scuse, ai soliti motivi che tentano di spiegare l’ennesimo ko si rischia di confondere tutti con falsi prestigi la verità: che è la sconfitta, la settima in casa, la sesta nel girone di ritorno su dieci gare fatte. Ritorno che vede l’Udinese penultima, quando bastava davvero poco per essere già al sicuro.

Non si può imputare a episodi sporadici tutto questo o solo all’allenatore: serve prendere una decisione, forte, inequivocabile e che sia una svolta decisa. Cambiare tecnico a questo punto è necessario, ma serve anche cambiare tante altre cose, a partire dai rapporti squadra-tifosi per riportare quella serenità necessaria da qui alla fine, serve iniziare a riportare un minimo d'entusiasmo . La gente Friulana non merita  il teatrino delle ultime settimane, con allenamenti oscurati, ma risultati sempre uguali, con tante parole e nessun fatto.  Il futuro tecnico deve porre le basi per un vero cambiamento. E Alex Calori sotto questo profilo sarebbe una garanzia. Altrimenti l'aria rischia di rimanere muffosa.

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