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O bianco o nero: con la Juve non esiste il segno “x”

La formazione di Allegri è l'unica in Europa a non aver mai pareggiato una gara nel corso di questa stagione: 22 le vittorie conquistate, solo 4 i passi falsi

Sergio Salvaro

Inutile negarlo. Con l'assenza di derby triveneti o regionali dovuti al declassamento delle contendenti, Udinese-Juventus potrebbe essere definita come "la" partita per eccellenza disputata presso lo stadio dei Rizzi. Un match tremendamente sentito da queste parti. Passi per il fatto di avere di fronte la squadra più scudettata d'Italia, e lasciamo pure stare gli ottimi rapporti che ci sono tra le due società, complici alcune trattative di mercato andate o meno in porto nelle stagioni scorse, Qui in Friuli la rivalità, almeno tra le tifoserie, esiste, e ciò dà ogni anno ancor più pepe a quella che è una sfida che  va sostanzialmente a rappresentare il cimento di un club piccolo contro il classico colosso apparentemente inaffondabile. Una rivalità che, non bastasse il malcontento dei tifosi dell'Udinese, ormai saturi del fatto di vedere il proprio impianto letteralmente invaso da tifosi dello schieramento avverso, e di non potersi quindi sentire padroni a casa propria, quest'anno è stata accentuata - non sapremo mai quanto volontariamente - da alcuni aspetti legati al marketing e alla rievocazione storica, rimarcando il fatto che per fondazione, quelli friulani, siano stati "i primi bianconeri d'Italia".

Chissà quanto il calore del pubblico di fede friulana possa alla fine contare nel match in programma questo pomeriggio

TURIN, ITALY - FEBRUARY 17:  Paulo Dybala of Juventus celebrates with Gonzalo Higuain after scoring his team's fourth goal during the Serie A match between Juventus FC and US Citta di Palermo at Juventus Stadium on February 17, 2017 in Turin, Italy.  (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

alle 15. Le premesse dicono che la Juventus - salvo delle brevi parentesi nel secondo anno di Allegri e nel primo di Conte - in questi sei campionati che l'hanno vista tornare grande in Italia raramente ha mollato la prima posizione. E, data la sconfitta interna della Roma di ieri pomeriggio, qualora la formazione piemontese dovesse passare al "Friuli/Dacia Arena" si troverebbe il suo sesto scudetto consecutivo, record dei record, cucito per metà sulle proprie casacche. Detto del paradosso che vede una larga fetta di friulani tifare contro il club che rappresenta la propria terra, citiamo un altro paradosso. Che dai giocatori di cui dispone la rosa dell'Udinese ci si attendesse di più in quella che si sta tramutando ancora una volta in una deludente e sempre più anonima stagione è scontato; non è invece affatto scontato trovare delle relazioni tra il rendimento dei singoli, finora basso, e l'appetito che questi giocatori stanno generando nelle formazioni piu' quotate della nostra serie A, Juventus compresa.

Dopo un buon inizio della gestione Delneri, scattata proprio un girone fa, frangente nel quale la compagine bianconero-friulana pareva aver recuperato forza fisica e mentale, gioco, idee, stimoli, si è passati a un 2017 e a un girone di ritorno dove a mancare sono stati grinta, stimoli, gioco, gol e pertanto punti. E la partita di Roma contro la Lazio, contestatissimo episodio del rigore di Immobile a parte, ne è stata l'ennesima testimonianza: quel rigore ha sicuramente procurato un danno all'Udinese, che comunque ben difficilmente, per la cifra di gioco espressa, sarebbe potuta uscire dall'Olimpico con i tre punti in tasca. La regola è chiara: non puoi ambire ai tre punti se non segni. Il compito di segnare è più spesso demandato agli attaccanti, ed è proprio in questo reparto che l'Udinese presenta un'importantissima defezione: non sarà della partita Cyril Thereau, che non è stato nemmeno conovocato. Un Delneri abbastanza chiaro nelle dichiarazioni del pre-partita, deciso a giocarsi il match schierando una squadra che punti sulla fisicità, e che dovrebbe dunque privilegiare la formula d'attacco con le due torri Zapata e Perica più De Paul a supporto. Non è comunque da escludere che la spregiudicatezza del modulo 4-2-4 o 4-2-3-1 per il quale opterà il tecnico juventino Massimiliano Allegri consigli a Gigi Delneri il ritorno allo storico marchio di fabbrica del tecnico di Aquileia, il 4-4-2, che implicherebbe l'inserimento in mediana di Emmanuel Badu.

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