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Udinese, alibi finiti

Gigi Delneri ha bisogno di carta bianca e di supporto per mettere mano a 5 grandi problemi che da anni attanagliano l'Udinese. Dove il modulo passa in secondo piano

Monica Valendino

I problemi di una squadra si possono risolvere con un cambio tecnico? Spesso nel calcio, non potendo cambiare la rosa, si cambia il timone. A Udine sembra essere successo questo, ma i valori e i problemi rimangono gli stesi da tempo.

A) Rosa troppo livellata, chi sta fuori diventa difficile da gestire perché chi va in campo non fa la differenza

B) Mancanza di una leadership che sappia trascinare i compagni anche nei momenti di difficoltà.

C) Il nucleo storico di italiani si è assottigliato fino a diventare invisibile, con tanti stranieri che o non si sono ambientati, o sono in prestito (Zapata, Peñaranda e virtualmente anche Kums), o hanno ambizioni personali prima che di gruppo.

D) Tanti scontenti: il mercato estivo sembrava dover portare a un cambio con chi non voleva restare. invece...

E) Una squadra costruita con tante mezze punte, tanti doppioni e sarete in certi ruoli, pensata sulla base della difesa a tre poi abbandonata.

Gigi Delneri eredita questi problemi, per cui non attendiamoci che abbia la bacchetta magica da subito. Il suo obiettivo rimane la salvezza come lo fu l'anno scorso, in meno tempo, per De Canio. La 'friulanità' è certamente un biglietto da visita positivo per compattare l'ambiente, ma servirà a poco in uno spogliatoio a dir poco complicato.

Servirà, anzi, diplomazia e furbizia per riuscire a ottenere il meglio da un gruppo dove prima tre allenatori hanno fallito.

Si parla di modulo, ma alla fine serve ritrovare una mentalità, uno spirito di sacrificio e un'idea di gruppo che poi diventa identità di gioco in campo. Juve, Pescara, Palermo e Torino sono i test verità. Non per Delneri, ma per una squadra che non ha più alibi e un club che deve dare davvero carta bianca al suo allenatore, anche a costo di 'svalutare' qualcuno.

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