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Udinese, l’incubo continua

A Roma l’Udinese ha perso, è finita male una gara che per quello che si era visto nella prima parte avrebbe lasciato presagire un epilogo diverso. Udinese ancora vittima delle proprie paure e angosce legate alle ultime deludenti stagioni.

Massimo Liva

Sia chiaro, siamo appena alla prima giornata di campionato, è troppo presto per i processi, per le sentenze o per parlare già di Udinese tra le favorite per la retrocessione in serie B. Dopo un solo turno di campionato sarebbe poco corretto giudicare o condannare l’operato di un tecnico come Iachini arrivato in Friuli da qualche mese e che si è trovato da subito come principale avversario le paure e le angosce figlie delle ultime deludenti stagioni.

A Roma l’Udinese ha perso, è finita male una gara che per quello che si era visto nella prima parte avrebbe lasciato presagire un epilogo diverso. La squadra bianconera ha retto l’urto giallorosso per un ora, si è difesa con ordine, cercando pure di impensierìre l’avversario ma il buon Zapata troppo isolato là davanti ha potuto fare ben poco se non cercare di fare reparto da solo e di far salire una squadra più propensa a chiudere gli spazi all’ avversario che ad attaccarlo. Dopo la rete del 2-0 l’Udinese si è sciolta come neve al sole, senza più dare segnali di vita rimediando una batosta di quelle che fanno male ma che possono servire da lezione per l’immediato futuro.

Più demeriti della Roma nel primo tempo o più brava l’Udinese a limitarla fino al primo rigore (generoso)che ha sbloccato la gara? Nella ripresa i giallorossi hanno cambiato marcia ed i risultati si sono visti mentre i bianconeri con il freno a mano costantemente tirato non hanno potuto far altro che restare a guardare.

 

E’ paradossale, ma i difetti ed i problemi dell’Udinese sono sempre gli stessi, al momento non è cambiato nulla, le critiche rivolte alla squadra e alla società sono le medesime da qualche stagione a questa parte. Avvio di stagione da brividi con sette reti al passivo dopo solo due gare con inclusa una prematura eliminazione dalla Coppa Italia che ha depresso ulteriormente un pò tutto l’ambiente. A questo punto qualche domanda è lecito farsela e saranno certamente le stesse che passano nella testa di molti tifosi friulani da tempo. Se cambiando gli allenatori nelle ultime stagioni il risultato non cambia non è che il problema principale stia da un altra parte? C’è la volontà e la pazienza di aspettare i giovani e di valorizzarli in un contesto già cosi difficile? Perché non è stato fatto nulla o molto poco per migliorare un reparto, quello difensivo, tra i peggiori in assoluto (lo dicono i numeri) nella scorsa stagione? Un cambiamento di modulo potrebbe migliorare la situazione valorizzando al meglio gli elementi della rosa a disposizione del tecnico?. Tanti, troppi dubbi, interrogativi dopo una sola giornata di campionato ai quali è difficile in questo momento dare una risposta.

Iachini va lasciato lavorare con tranquillità perché serve tempo e tanto lavoro per uscire fuori da una situazione certamente non facile, ma la stagione è solo all’inizio, c’è tempo e modo per rimediare, a patto che ci sia la forte convinzione di voler voltare definitivamente pagina.

Talenti come Balic ,finito nel dimenticatoio senza averlo mai visto all’opera, giusto per fare un nome, vanno salvaguardati e valorizzati mostrandogli fiducia e considerazione per non perderlo in maniera definitiva.

L’Udinese è ancora vittima delle proprie paure, nel momento in cui viene colpita non è più in grado di reagire e rialzare la testa e questo è un dato di fatto molto preoccupante.

La mentalità non si crea nel giro di qualche giorno, ma è frutto di un lavoro costante e duraturo. L’Udinese si è sempre contraddistinta negli anni per la mentalità vincente e per lo spirito sbarazzino messo in mostra su qualsiasi campo di Serie A. La squadra vista in campo sia contro lo Spezia che contro la Roma è apparsa passiva, non cerca di aggredire l’avversario ma si limita a difendere e a chiudere gli spazi e non è questa l’Udinese che vogliono vedere i propri tifosi.

Il campionato è lungo, c’è tempo e modo per uscire tutti insieme da questa situazione a patto che ci sia la volontà di farlo davvero.

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