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Udinese, un brodino per digerire alcuni dati…

Ci sono due dati che emergono prepotenti dalla partita dell’Udinese col Genoa: il primo è il possesso palla (38 per cento per i bianconeri contro il 62 del Grifone), il secondo – forse ancora più allarmante – sono i lanci...

Monica Valendino

Ci sono due dati che emergono prepotenti dalla partita dell'Udinese col Genoa: il primo è il possesso palla (38 per cento per i bianconeri contro il 62 del Grifone), il secondo - forse ancora più allarmante - sono i lanci lunghi, 26 per l'Udinese contro 6 per il Genoa.

Due anni fa, ricordiamo, che Francesco Guidolin fu preso di mira proprio per questo tipo di 'non gioco'. Lo stesso trattamento fu riservato dai sapientoni ad Andrea Stramaccioni. Oggi tutti tacciono su Colantuono (per fortuna), ma il dato rimane. L'Udinese ha il 70 per cento di gioco fondato su questo tipo di passaggi. Che denotano solo una cosa, ovvero che i giocatori hanno poca fiducia nei loro mezzi. Che non la abbiano per via dei risultati o perché consapevoli di alcuni limiti non è dato sapersi, ma rimane indicativo che nelle ultime stagioni sono mancate le qualità, soprattutto in mezzo il campo, il che si traduce con 'buttiamola su e speriamo che Totò faccia il resto'.

Hai voglia a parlare di moduli quando manca la tecnica. Il Genoa è apparso superiore perché ha giocatori che sanno quello che devono fare certamente, ma anche perché sanno che hanno nelle loro corde il fraseggio.

All'Udinese i passaggi corti sembrano un lontano ricordo, a quando in squadra c'erano giocatori dai piedi buoni com Asamoah, Isla, Inler e via dicendo. Oggi giorno Lodi è l'unico ad avere un passo diverso sulla carta, ma forse prima deve togliersi via di dosso la ruggine accumulata a Parma. Ci vorrà tempo, poi non è detto che riesca a dimostrare tutto da solo. Serve una crescita di Marquinho, ancora alla ricerca della posizione perduta, di Fernandes che rischia di rimanere un eterno incompiuto, di Kone che da Bologna in poi ha mostrato solo la sua effimeri. Non  ci si attende molto da Badu, da sempre un grande corridore, ma non di certo un cervello della mediana. Il tutto in attesa di Guilherme, uscito dopo una partitella in famiglia e finito addirittura i ospedale. I sui tempi di recupero sono incerti tanto quanto il malanno che l'ha colpito. Senza contare che anche lui fino ad oggi non è ha mai dimostrato nulla.

Questo è il centrocampo dell'Udinese. Questo è il male che da anni la squadra e gli allenatori si portando dietro. La società ha imputato a Stramaccioni quasi tutte le colpe, prima lo ha cercato per ridare gioco ed entusiasmo dopo l'addio di Guidolin, messo all'angolo perché considerato alla fine di un ciclo. Ma da allora non si è mai intervenuto davvero sul mercato: anche Lodi, appena arrivato, è stato preso solo in emergenza, mentre crescono alcuni rimpianti per giocatori spediti al Watford e che avrebbero fatto comodo, anche se non ci sono le controprove naturalmente. Inevitabili critiche per una Udinese che si deve accontentare del brodino col Genoa, proprio come accadeva tanti, tanti anni fa, quando si parlava davvero solo di salvezza.

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