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Quando pensate a Di Natale fischiato, ricordate Iaquinta con l’Empoli

Si dice che tra la  presunta voglia di emigrare tra gli emiri di Totò Di Natale, oltre che chiudere una carriera come hanno fatto in molti suoi amici (vedi Cannavaro) con una montagna di soldi per dare spettacolo, ci sia anche una umana paura....

Monica Valendino

Si dice che tra la  presunta voglia di emigrare tra gli emiri di Totò Di Natale, oltre che chiudere una carriera come hanno fatto in molti suoi amici (vedi Cannavaro) con una montagna di soldi per dare spettacolo, ci sia anche una umana paura. Sa bene che a Udine è diventato il capitano che deve anche accettare la panchina, sa che non può tirare la carretta da solo. L'obiettivo Baggio è più che raggiungibile, poi gli altri lassù decisamente meno, anche per un cambio generazionale in atto. Ma la paura non è questa: è che l'Udinese (non per demerito suo, come più volte abbiamo visto...) non riesca a giocare come sa facendo piovere dal 'Loggione' della tribuna ingenerosi fischi. Chi bazzica sui forum, sui social legge già dibattiti sul fatto che senza Totò la squadra appare ''più libera mentalmente'. Balle. E' un campione e se sta bene va sfruttato. In base alle caratteristiche sue e dell'avversario. Ma vallo spiegare a certi personaggi, non solo semplici tifosi, ma anche personaggi che fanno della critica gratuita un mestiere.

Totò ci soffre, non ha 20 anni. Il silenzio della società quest'anno attorno al presunto addio è emblematico. L'anno scorso tutti si sono prodigati a coccolarlo, a consolarlo dopo lo sfogo col Torino dove annunciò il Toro. Uno sfogo, appunto. Qui si tratta di contratto, di un'offerte è diverso, anche se lui è caratterialmente volubile e attaccato a Udine, per cui mai dire mai su questa vicenda.

Che però, tornando ai fischi, ci riporta indietro nel tempo, al 2002, a un'Udinese-Empoli 2-1. Il risultato in sé non dice nulla. L storia che c'è dietro sì.

Con due calci di rigore l'Udinese stende un indomabile Empoli che lontano dal "Castellani" riesce sempre ad offrire il meglio di sè. Due rigori giusti, entrambi per fallo di mano. Ad andare in vantaggio è l'Udinese, che al 16' si vede assegnare un calcio di rigore per il fallo di mani di Cupi in area su una conclusione di Muzzi. Sul dischetto si porta Pizarro che dagli undici metri non fallisce. La risposta dell'Empoli non si fa attendere a lungo e, dopo uno slalom di Giampieretti fermato in extremis da Manfredini, al 23' arriva il pareggio. Rocchi svetta di testa e serve Vannucchi bravo in una selva di avversari a controllare di petto e battere De Sanctis di sinistro.

Nella ripresa, l'Empoli stenta e subisce, ama la partita sembra segnata, si spegne piano piano ma proprio al 90' l'arbitro Messina concede ai bianconeri di casa un secondo rigore: Muzzi porta in area la palla che viene intercettata con la mano da Pratali che neanche protesta.

E qui nasce la storia: Pizarro va sul dischetto, i tre punti sono importantissimi. Ma poco prima era entrato Vincenzo Iaquinta, per dare peso all'attacco della squadra di Spalletti. Tutto lo stadio attende fremente il tiro del cileno, poi di colpo arriva il giovane Iaquinta, parla con Pizarro, gli ruba letteralmente il pallone di mano, lo posizione sul dischetto. Stupore dello stadio: ma tra un parziale silenzio emerge qualche fischio, sempre più potente, sempre più assordante. Immaginate un ventenne che si ta facendo strada, ha carattere, da lì a 4 anni sarebbe diventato trascinatore dell'Udinese e campione del mondo con la maglia bianconera prima di passare alla Juve. Però in quel momento, in quel preciso istante come può sentirsi un calciatore che ha contro perfino i suoi tifosi? Perché? Per lo stesso motivo per cui hanno segnato con una croce Lazzaro, per lo stesso motivo che hanno fischiato Guidolin, Virdis, Zico, Bierhoff, Zaccheroni, lo stesso Spalletti, Marino e oggi in qualche occasione i brontolii su Strama si son percepiti bene.

Iaquinta ha segnato: 2-1, non c'è tempo per mettere la palla al centro, ma c'è il tempo per riflettere. Siamo certi che molti addii dei giocatori da Udine non siano solo colpa dell'ambizione economica di questi?

"©Mondoudinese

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