altri sport

Adventure: Il friulano Max Calderan in Arabia per affrontare il deserto

“Nessun uomo può vivere questa vita e rimanere uguale. Porterà con sé, per quanto debole, la traccia del deserto… e avrà dentro di sé la brama del ritorno… perché questa spietata terra può incantarti come nessun clima mite può...

Redazione

L’esploratore desertico Max Calderan conosce intimamente questa sensazione. Dall'età di sette anni, quando per la prima volta ha visto una fotografia del Quarto vuoto, ha sognato di diventare la prima persona ad attraversare il deserto in tutta la sua lunghezza, dall'ovest all'est, a piedi. Da quel momento tutta la vita di Max è diventata una preparazione per la realizzazione di questo sogno che sembra impossibile. In età adulta si è trasferito nella penisola araba per essere più vicino a questo deserto che lo richiama accentandone il messaggio di pace e fede nella divinità della natura.

'Into The Lost Desert - Nel deserto perduto': a partire dal 15 gennaio una troupe dell’Empty Quarter Studios, una nota casa di produzione che ha base tra New York e Londra seguirà Max Calderan nel viaggio che diventerà storico. Questo speciale documentario registrerà il suo tentativo di tagliare trasversalmente quest’ultima frontiera terrena e inviterà il pubblico internazionale a scoprire, insieme a lui, uno degli ultimi angoli sconosciuti del nostro pianeta. Diversi celebri esploratori hanno attraversato piccole parti del deserto con cammelli o con fuoristrada, ma nessuno lo ha mai percorso, da solo, per 1200 chilometri.

Il Quarto vuoto è una frontiera piena di pericoli e misteri. È il più grande deserto di sabbia del mondo. Ricopre la parte più meridionale della Penisola araba. Dune instabili, alte fino a 300 metri e accecanti tempeste di sabbia rendono la navigazione nel deserto quasi impossibile. Serpenti velenosi, ragni, scorpioni, caldo torrido e la scarsità di pioggia lo caratterizzano come il clima più proibitivo della Terra. Persino gli uccelli migratori volano con centinaia di miglia di distanza dal deserto per evitarlo. Per questa ragione, in un'epoca dove praticamente ogni angolo della Terra è stato meticolosamente esplorato, questo deserto rimane un enigma.

Max Calderan è un’anomalia fisiologica. I test del Dna hanno rivelato che ha livelli estremamente bassi di cortisolo, indicando che il suo corpo può tollerare livelli estremi di stress meglio dell'uomo medio. Ha confuso i dottori attraversando le più insidiose sabbie del mondo, completamente da solo, sopravvivendo in condizioni che vanno oltre i limiti umani. Nel 2014 Al Jazeera ha prodotto il documentario “The Son of Desert - Figlio del Deserto” sulle sue imprese.

Al Madhi, come lo chiamano i beduini, detiene oggi tredici record mondiali di esplorazione desertica, tra i quali spicca l’attraversamento per 90 ore consecutive senza fermarsi in Oman lungo la linea del Tropico del Cancro e i 360 chilometri in 75 ore (in estate, per giunta) in Arabia Saudita.

Calderan farà questa inedita esplorazione/traversata a piedi, direttamente nel mezzo di una delle più calde, spietate e meno esplorate aree nel nostro pianeta Terra. Nell'ultimo secolo, diversi intrepidi esploratori si sono avventurati nel Quarto vuoto, per lo più nelle zone confinanti con l’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Pochi sono entrati nel deserto e quelli che lo hanno fatto – tre per essere precisi – hanno attraversato la via più breve tra nord e sud. Ma nessuno ha attraversato la via proposta da Calderan da ovest a est che taglia nel cuore del deserto orizzontalmente, il cordone di terra più lungo. Di questi 1200 chilometri, almeno 800 sono incontaminati. Infatti, anche le immagini satellitari di questa regione sono sfocate, nessuna persona vivente ha davvero visto questo luogo.

La tradizione islamica afferma che il Quarto vuoto contiene le rovine di una grande civiltà persa – l’Atlandide delle Sabbie. Il sacro Corano cita una città chiamata “Iram delle Colonne” che era una città diversa da tutte le altre città create dall'uomo. Secondo la leggenda è stata distrutta da un enorme disastro naturale come punizione da parte di Allah ed è ancora oggi sepolta sotto la sabbia del deserto. Un secolo fa, T.E. Lawrence era ossessionato da questa leggenda ma non è mai stato in grado di indagare adeguatamente. Durante la seconda guerra mondiale, un pilota della Royal Air Force, volando fuori rotta ha raccontato di aver visto delle antiche rovine nel Quarto vuoto.

Alla fine del 19esimo secolo, i cittadini di Riyadh hanno raccontato di aver visto grandi palle di fuoco nel cielo, in direzione del Quarto vuoto verso sud. Ma che cosa erano e dove sono finite? La risposta potrebbe trovarsi nei crateri di Wabar, dove un primo esploratore, St. John (Sheikh Adbullah) Philby si è imbattuto in grandi rocce nere, credute da lui di essere di origine vulcanica. Test eseguiti in seguito hanno confermato che le rocce erano meteoriti, i quali hanno una lunga storia sacra nelle culture arabe ed islamiche. Nella sua traversata nell’immacolato deserto, Max Calderan potrebbe davvero scoprire nuovi meteoriti, che potrebbero ispirare delle riflessioni sulla nostra relazione con il cosmo e la ricca eredità di astronomi arabi.

Uno dei più crudeli e caldi ambienti della Terra. Eppure, ci sono indizi che suggeriscono che il Quarto vuoto potrebbe nascondere misteriosamente delle fonti di acqua sia in superficie che sotto terra. La tradizione dei beduini racconta di due fiumi che scorrono attraverso tratti remoti del deserto. Le mappe del Medioevo e dell’Antica Roma illustrano le loro vie mentre le punte di frecce e i solchi aridi dei letti di fiumi, trovati dagli scienziati moderni, attestano dell’esistenza di un passato bagnato. Il deserto più arido al mondo potrebbe essere stato una volta un paradiso tropicale.

Alla maggior parte del pubblico globale di oggi, il Quarto vuoto sembrerà un pianeta come un altro, incredibilmente secco, caldo e privo di vegetazione. Ma entro trent'anni, se non si farà nulla per ridurre il cambiamento climatico, molti di questi spettatori troveranno paesaggi simili sempre più vicino a loro.

Mentre il mondo si riscalda a causa del cambiamento climatico, grandi strisce di terra stanno diventando sempre più aride, e di conseguenza meno capaci di produrre il cibo e le risorse naturali necessarie per sostenere la vita. Gli esperti sostengono che entro il 2050, più del 25% della Terra soffrirà a causa della siccità e della “desertificazione”, trasformandosi definitivamente in terra asciutta che non sarà quindi più abitabile. Più dell’80% di queste aree sarà in paesi già in difficoltà per la mancanza di cibo.

Calderan e gli Empty Quarter Studios s’impegnano a usare questo viaggio, e questo film, per sensibilizzare sul tema dell'incombente crisi climatica con la speranza che il Quarto vuoto rimanga una rara anomalia geografica, e che gli abitanti delle zone della Terra a rischio non siano mai costretti a sopportare quello che Max affronterà nel suo percorso. Inoltre, nel rispetto del territorio durante la spedizione nulla sarà riconducibile al passaggio eccetto le impronte sulla sabbia.

MAX CALDERAN consulente sportivo e di genomica avanzata, sfida in solitaria i deserti più impraticabili raggiungendo traguardi incredibili e scientificamente inspiegabili. Atleta poliedrico, detentore di 13 record mondiali, ha ricoperto ruoli manageriali presso importanti aziende farmaceutiche e svolto ricerche sulla privazione del sonno e sui meccanismi di difesa che regolano la paura. Fondatore della Desert Academy, svolge attività di consulenza sportiva e professionale negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2014 Al Jazeera ha prodotto il documentario Figlio del Deserto sulle sue imprese.

Residente a Dubai, conosce perfettamente l'arabo, e nei deserti si fa chiamare Al Madhi. Tra le sue esplorazioni record spiccano i 120 km percorsi in 24 ore a luglio 2013, con temperature della sabbia prossime ai 74°, in totale privazione di acqua e cibo. Nel 2007 e nel 2016 è stato il primo uomo al mondo ad attraversare la linea ideale del Tropico del Cancro in Oman (437 km in 90 ore) e negli Emirati Arabi (365 km in 128 ore). Nel maggio 2009 percorre la tratta Ramallah-Monte Sinai, correndo la Run for Love partendo da Ramallah. Dopo l'incontro con il Presidente della Palestina Abu Mazen attraversa Gerusalemme fino al confine con Gaza. La sua corsa viene fermata a un posto di blocco israeliano (Khalanda Check point). Viene indetta una conferenza stampa a Gerusalemme con il responsabile dell'UNRWA. Questa impresa di Max Calderan è stata scritta in un libro sacro custodito nel monastero di Santa Caterina, ai piedi del monte Sinai.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso