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Si è preso i complimenti da Galinelli, ma oltre a questo rimane uno degli allenatori più stimati nel panorama cestisti italiano: si chiama Lino Lardo e allena Udine. «Abbiamo una squadra più che competitiva, non ci siamo mai nascosti. Stiamo andando bene, ma gli avversari sono tosti e non possiamo abbassare la guardia. Ho “torchiato” i miei anche durante le feste di Natale. Si vince solo se si resta umili e si fa un passo alla volta», ha raccontato al Messaggero Veneto dove spiega perché ha scelto Udine. «È una piazza storica. Venire a giocare al Carnera da atleta e da allenatore voleva dire essere in un tempio del basket italiano. Da coach qui ho vinto spesso. Il progetto Gsa è intrigante, solido. Conoscevo la passione e la competenza di Davide Micalich, parlare con il presidente Pedone poi mi ha convinto: questa era la piazza giusta per costruire qualcosa di bello».
Un cocche che ha allenato l'Olimpia Milano portandola a un passo dal titolo con la Fortitudo: «Quante volte ho sognato quella partita. Credo che senza quel tiro avremmo vinto lo scudetto, stavamo meglio della Fortitudo. Di quei due anni una cosa mi inorgoglisce: quando mi vedono i tifosi dell’Olimpia mi chiamano “il nostro coach”. Ero arrivato da Reggio Calabria (fu allenatore dell’anno nel 2004 ndr) per riempire il palaLido, ho riempito il Forum di 12.700 spettatori e mi sono giocato una finale scudetto». (Foto Zamolo)
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