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Rugby Udine, Flynn: vedo un futuro da allenatore

Castellini Barbara

In una breve intervista il trequarti centro neozelandese ha parlato della sua esperienza in Friuli e del suo futuro: "Mi piacerebbe allenare"

Dalla Nuova Zelanda a... Udine. Nel 2014 la Rugby Udine ha ingaggiato il suo crack, Robbie Flynn, trequarti centro che lo scorso 23 gennaio ha compiuto 30 anni. Dopo le esperienze in patria con Tasman Makos e Mid Canterbury, che gli hanno consentito anche di vestire la casacca delle nazionali Under 19 e Under 21, con le quali ha disputato due Mondiali juniores (nel 2005 in SudAfrica e nel 2006 in Francia), nel 2012 è arrivato in Italia, al San Donà (in Eccellenza), con il quale si è messo in luce in poco tempo. Poi, però, il processo di crescita del talentuoso neozelandese ha rallentato e così, chiusa l'avventura in Veneto, è approdato alla Rugby Udine. In un fugace scambio di battute - rigorosamente in lingua inglese - abbiamo cercato di conoscere meglio il misterioso neozelandese.

Flynn, a quasi due anni dal suo arrivo a Udine come giudica la sua esperienza friulana?

Mi trovo bene qui, mi sto allenando bene, mi diverto. Sicuramente è un'esperienza positiva.

E cosa pensa, invece, di questa stagione, così difficoltosa per la Rugby Udine?

Mi dispiace che non siamo riusciti a lottare per le posizioni di vertice del campionato. Adesso dobbiamo solo lavorare per chiudere al meglio.

Parliamo per un attimo della Nuova Zelanda. Lo scorso anno è arrivato il terzo titolo mondiale. Ha seguito le gesta dei colleghi della nazionale?

Sì, certo. E' stata una vittoria importante, le aspettative erano molto alte. La Nuova Zelanda aveva l'obiettivo di difendere il titolo conquistato quattro anni prima. Siamo stati molto contenti di questo successo.

E sta seguendo attualmente il Sei Nazioni?

Non molto, preferisco giocare a rugby piuttosto che guardarlo in tv, lo trovo un po' noioso.

Ma quale nazionale europea vede in crescita?

Non saprei. In Europa si pratica un rugby abbastanza diverso, più orientato al calcio. Credo che Inghilterra, Irlanda e Galles siano le formazioni più forti.

Infine, qual è il suo sogno?

Oh... Sicuramente giocare a rugby, ed essere pagato per farlo, per più tempo possibile. E poi mi piacerebbe allenare. Penso che veder crescere e migliorare i giocatori sia qualcosa che dà molte soddisfazioni. Sì, un giorno farò l'allenatore.

(foto: Mario Riva)