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Pordenone, i segreti di Mago Tedino

"Da chi ha rubacchiato di più? Guidolin. Ci siamo conosciuti a Treviso. E’ un fenomeno nel trasmettere i concetti che vuole inculcare"

Redazione

Il Pordenone che non è più miracolo, ma certezza, è o sulla bocca di tutti. Per la qualità del progetto e per la qualità del gioco, tra i migliori del panorama calcistico italiano.  “Il merito è di tutti, a partire da Marco, l’addetto stampa. In una società di calcio ognuno porta un mattone, dal presidente al magazziniere. C’è il mattone più grosso e quello più leggero ma tutti ne hanno uno”, afferma  Bruno Tedino a Gianlucadimarzio.com. Che di mestiere fa l’allenatore, ma un po’ architetto (e psicologo) lo è. “Se un mattone viene posizionato male…Quando iniziano dispetti, malcontenti o malesseri di ogni genere, la squadra non gira più”.

Diretto, Tedino. Uno che guarda in faccia alla realtà e va subito alla sostanza. Quando parla non lo fa per dare aria alla bocca. “Abbiamo cambiato 7 titolari su 11 rispetto all’anno scorso. Tanti dei ragazzi che ci hanno lasciato, sono passati in categorie superiori. Ritrovarsi lì in alto a competere con tutte queste grandi piazze è un motivo di grande soddisfazione ma il campionato è ancora lungo, purtroppo”. E lo rimarca. “Purtroppo”. 

Il calcio di Tedino? Semplice. “Il calcio cambia in maniera geometrica, alle volte s'instaurano delle mode. L’importante è il nostro equilibrio, le sicurezze nascono dal lavoro quotidiano. Senza il mio staff non sarei granché eh… pensa che mentre io mi guardo il Gubbio, l’altro mio collaboratore si vede Lumezzane-Bassano”. Da chi ha rubacchiato di più?  “Guidolin. Ci siamo conosciuti a Treviso. E’ un fenomeno nel trasmettere i concetti che vuole inculcare, è una delle persone più intelligenti che io abbia mai conosciuto”. 

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