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COSE DELL’ALTRO MONDO Clima impazzito. Rischio siccità anche in Friuli

Fiori fuori stagione. ©Moval2020

Allarme dunque, ma anche preoccupazione. Se la primavera non porterà precipitazioni consistenti ci sarebbe un vero e proprio allarme idrico, con le tubature italiane che disperdono spesso anche più della metà dell'acqua

Redazione

Il clima sta impazzendo e non  è una ovvietà. Ma anche l'informazione dovrebbe fare la sua parte iniziando a parlare seriamente di surriscaldamento globale, piuttosto che di fenomeni estremi che sono solo l'effetto e non la causa del problema. Gennaio è stato nel mondo il mese più caldo della storia da quando ci son o rilevazioni. In Friuli VG mentre anche i ghiacciai storici si ritirano, la piovosità è stata quasi nulla nell'inverno, mentre le temperature sono state ben al di sopra della media di anche 5 gradi in alcuni giorni. E febbraio potrebbe diventare un altro mese record sia per l'assenza di precipitazioni i consistenti sia per la temperatura sopra norma.

Ma l'allarme è ovviamente globale e il Corsera punta l'attenzione anche ad altri effetti collaterali.

La temperature sopra la norma e le ripetute giornate di sole di febbraio hanno risvegliato in anticipo di almeno un mese 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dalla finta primavera. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di un inverno bollente con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi al mesi di dicembre e gennaio. «Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto uscire le api dal milione e mezzo di alveari presenti in Italia, che hanno subito ricominciato il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione ma ora — sottolinea l’associazione in un comunicato — il rischio è che ritorni di freddo possano far gelare i fiori e anche far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia».

I parassiti «alieni»

Il clima mite non si fa sentire solo sugli insetti utili ma anche sui parassiti alieni con le alte temperature che, continua la Coldiretti, «stanno favorendo la sopravvivenza della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti che è arrivato dall’Asia ed ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia con un danno che nell’ultimo anno ha superato i 740 milioni di euro a livello nazionale».

Primizie anticipate

Il clima anomalo ha mandato in tilt la natura con piante in fiore e allarme siccità mentre le chiocciole che si sono risvegliate dal letargo prima del tempo nel Veneto ma si sono anche verificate fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove iniziano a sbocciare le piante da frutto, ma in Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, gli alberi di susine, pesche mentre gli albicocchi in Emilia e in Puglia hanno già le gemme. Sui banchi, precisa la Coldiretti, sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie . Nel Lazio gli agricoltori offrono agretti, carciofi romaneschi, erbe spontanee come il papavero e le fave che sono già presenti anche in Puglia insieme alle fragole arrivate prima di alcune settimane e già pronte al consumo.

Allarme dunque, ma anche preoccupazione. Se la primavera non porterà precipitazioni consistenti ci sarebbe un vero e proprio allarme idrico, con le tubature italiane che disperdono spesso anche più della metà dell'acqua, che per la maggior parte serve all'agricoltura. Parlare di razionamento non è un azzardo, già l'anno scorso alcune regioni avevano iniziato a predisporre piani per i mesi estivi, che secondo alcuni modelli climatici potrebbero essere addirittura peggiori di quanto già visto con almeno 55 giorni sopra i 36 gradi di media, ma con punte anche peggiori in Pianura Padana.

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