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AIC e AIAC, cautela sulle riforme

Il cambio della guardia sulla poltrona che conta al tavolo delle riforme, quella che apparteneva a Claudio Lotito e sulla quale si metterà seduto adesso Carlo Tavecchio, potrebbe aprire nuovi scenari in seno al Consiglio federale. Fino ad oggi,...

Monica Valendino

Il cambio della guardia sulla poltrona che conta al tavolo delle riforme, quella che apparteneva a Claudio Lotito e sulla quale si metterà seduto adesso Carlo Tavecchio, potrebbe aprire nuovi scenari in seno al Consiglio federale. Fino ad oggi, la presenza del presidente della Lazio alla guida di una delle commissioni nevralgiche per il futuro del calcio italiano, aveva tenuto sull’Aventino le componenti tecniche, Tommasi e Ulivieri. Una frattura che, come stavano le cose fino a quarantotto ore fa, sembrava insanabile. Adesso, però, lo scenario è cambiato, sarà l’attuale presidente federale ad avere la delega per le riforme, un ruolo che ricopriva anche da numero uno della LND sotto la gestione Giancarlo Abete. Basterà? Al momento l’Associazione Italiana Calciatori e quella che rappresenta gli allenatori rimangono molto caute. E pure se il cambio di poltrone potrebbe rappresentare una possibile svolta nel tentativo di ricucire lo strappo fra le parti, la realtà è che ci sono diversi interrogativi ai quali bisognerà dare risposte, più concrete che formali. Ed un esempio, tanto per dire, è capire che fine farà la famosa stanza al quinto piano di via Allegri, quella che era stata riservata a Lotito proprio per la sua veste di uomo delle riforme e che ora non avrebbe più senso.....

 

Cautela. Insomma, non è questo il momento di esporsi, di cantare vittoria, di tirare fuori bandiere e trombette. Le componenti tecniche della Federcalcio vorranno capire se lo smarcamento che Tavecchio ha fatto nei confronti di Lotito, davanti al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e al presidente del Coni, Malagò, sia solo parziale e formale - il che significherebbe che, pur senza i gradi sulla spalla, il presidente della Lazio resterebbe ad agire da deus ex machina, sia pure dietro le quinte - o sia reale. Cominceranno a capirlo, Tommasi e Ulivieri, a cominciare dalla settimana - scarsa - che manca al prossimo Consiglio federale, quello che dovrebbe ufficializzare il passaggio di consegne. «Aspettiamo, intanto vediamo cosa succederà il 27 febbraio» sibilano dalle segrete stanze dell’Aic.

Fermezza. Se la posizione degli allenatori è abbastanza scettica, di grande freddezza resta al momento quella dei calciatori. Il loro punto di vista, al momento, non cambia: «Servono fatti». La riforma era un processo che avrebbero voluto fare insieme, in un percorso condiviso con tutte le altre componenti.

Ma ora ci sono diversi punti sulle “i” da mettere. Alcuni comportamenti, fra l’altro, non sono andati giù al gruppo guidato da Tommasi, ovvero diventare (forse) componente necessaria se serve, o componente di scorta quando non conta. «C’è da capire ora che succede - ha detto il presidente dell’Aic - Al di là delle telefonate e del fatto che siano state registrate, ci sarebbe un bel discorso da fare».

"Tratto da Tuttosport

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