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Parma: ecco dove nascono i 200 milioni di debito

Quando si parla di 200 milioni di debiti nel bilancio del Parma forse non si va così lontano dalla realtà. Nel senso che è vero che i 197,4 milioni al 30 giugno 2014 sono al lordo dei crediti, quan- tificati a bilancio in circa 100 mi- lioni,...

Monica Valendino

Quando si parla di 200 milioni di debiti nel bilancio del Parma forse non si va così lontano dalla realtà. Nel senso che è vero che i 197,4 milioni al 30 giugno 2014 sono al lordo dei crediti, quan- tificati a bilancio in circa 100 mi- lioni, ma è altrettanto vero che questi crediti sono, per usare i termini dei tecnici che hanno visionato le carte, di «difficile liquidità». Ad esempio: se la società fallisce, o anche solo se non liquida in tempo i calciatori che l'hanno messa in mora, (per ora le voci parlano di Lodi, Belfodil, Mauri e Costa) gli atleti si svincolano e sono liberi, mentre la società perde il capitale. E il capitale in calciatori in rosa è va- lutato sulla carta in 95 milioni, con altri 10 milioni di giocatori in comproprietà. Insomma, la so- stanza è che un commissario li- quidatore potrebbe trovarsi in mano una situazione in cui i crediti pesano davvero poco sull'al- tro piatto della bilancia rispetto ai 197 milioni di debiti.

Cercando di capire come si è arrivati a una situazione così disastrosa non si può non sottolineare l'insolita mole di compra- vendite di calciatori. Negli otto anni di presidenza di Ghirardi in- fatti sono stati comprati e/o ce- duto ben 1382 giocatori, 670 in entrate e 712 in uscita, con una media di 173 trattative concluse a stagione, media cresciuta sensibilmente negli ultimi anni ri- spetto, ad esempio, alle 81 della prima stagione. Se ad esempio il Parma nell'ultimo anno ha mo- vimentato 325 giocatori, la media delle altre formazioni di serie A è di 90. Il paradosso è che, grazie alle discusse plusvalenze, il bi- lancio di otto anni di mercato è positivo per 19 milioni. In ottoanni le cessioni dei vari Parolo, Giovinco, Belfodil, Sansone, solo per fare alcuni nomi, hanno pro- curato 47,5 milioni di plusvalenze ma è evidente che centinaia di giocatori vogliono dire centinaia di stipendi quando non, addirittura, incentivi all'esodo. Illustri sconosciuti come Mastriani, giocatori ormai alla frutta come Munari, si sono visti confezionare contratti pluriennali sontuosi, con annessa la regolamentare per-entuale per l'agente. Da segna- lare che il Parma ha spesso ignorato il cosiddetto premio di for- mazione, cioè i compensi dovuti a chi ha ceduto dei giovani calciatori. Lo ha fatto con le società cittadine, ben liete di mandare in gialloblù i migliori ragazzini ma rimaste spesso a mani vuote, ma c'è anche l'Helsingborgs che attende il dovuto per Mariga, prelevato nel 2007.

"Tratto dalla Gazzetta di Parma

 

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