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Parma: fiato sempre più corto e sospeso

Slitta ancora. Era fissato per oggi, poi era stato deciso di incontrarsi domani e alla fine, forse, ci si riunirà giovedì. Dopo la telenovela bonifici, ora Giampietro Manenti mette in scena anche il valzer delle date e cancella volta per volta...

Monica Valendino

Slitta ancora. Era fissato per oggi, poi era stato deciso di incontrarsi domani e alla fine, forse, ci si riunirà giovedì. Dopo la telenovela bonifici, ora Giampietro Manenti mette in scena anche il valzer delle date e cancella volta per volta tutti i summit fissati con il sindaco di Parma. Domani a Collecchio era previsto il faccia a faccia fra il primo cittadino parmigiano Federico Pizzarotti ed il numero uno crociato per programmare il futuro del club, anche a fronte dell'istanza di fallimento presentata dalla Procura di Parma per inadempienze fiscali. Il pressing verso Manenti è chiaro: convincerlo a gettare la spugna visto che di soldi per ora non c'è traccia e così agevolare il percorso del Tribunale. Il presidente del Parma Fc anche ieri però ha ribadito di essere pronto ad andare avanti ma di dirlo in faccia al sindaco per ora non se ne parla. Ufficialmente Manenti non potrà essere a Parma per un problema familiare, la madre domani dovrà essere sottoposta ad un intervento chirurgico, ma sale ancora di più il nervosismo, soprattutto fra giocatori e dipendenti. Questi ultimi oggi si sono incontrati con i propri rappresentanti sindacali per tutelare i propri diritti. Per gran parte di loro l'ultimo stipendio ricevuto è quello di novembre e da allora non ci sono state più garanzie da parte dei dirigenti che si sono avvicendati alla guida del club. ''Le sensazioni sono purtroppo drammatiche e qualcuno deve farsi un esame di coscienza - ha spiegato Mirco Levati, responsabile delle relazioni esterne del Parma Fc - Chi ha lasciato il Parma in queste condizioni non penso dorma sonni tranquilli, o almeno, fossi in loro, non dormirei tranquillo''. Dipendenti che da questa mattina non hanno nemmeno più computer e stampanti. Al Centro Sportivo di Collecchio si sono infatti presentati i tecnici di una ditta di informatica e sono stati ritirate le apparecchiature che il Parma Fc aveva in leasing ma che, da mesi, non venivano più pagati. Al Tardini invece ha chiuso i battenti il negozio di merchandising del club 'Parma Store'. Lo spazio vendita era stato dato nelle ultime settimane in gestione dal club crociato alla Erreà, sponsor tecnico del Parma Fc, ma l'azienda ha deciso di restituire le chiavi perché il Parma non aveva mai voluto ufficializzare l'accordo con un contratto scritto. Sullo sfondo la prossima trasferta della squadra a Genova. Per ora i giocatori attendono gli eventi, anche se molti di loro hanno già fatto partire la messa in mora del club. "L'unico collega che mi ha chiamato è stato Morgan De Sanctis - ha intanto spiegato il capitano Alessandro Lucarelli -. Gli altri a distanza, quando gli si chiede un parere sulla nostra situazione, esprimono solidarietà, ma nei fatti nessuno si è fatto vivo, a parte Morgan. Bisognerebbe capire che ciò che è successo a noi, in un calcio malato come quello italiano, può accadere a chiunque".''Ribadisco che andremo a Genova con i nostri soldi, con cui pagheremo anche il ritiro - ha aggiunto Lucarelli - Abbiamo una dignità, non vogliamo chiedere l'elemosina: deve essere la Lega a tutelarci. Manenti? Domani è una giornata fondamentale. Ora deve mostrare delle garanzie vere''. Sarà per un altro giorno: domani a Collecchio Manenti infatti non ci sarà.

Insomma una situazione con un Parma sempre più con il fiato corto (anzi con la maschera dell'ossigeno attaccata da tempo) e corto per via dei giorni che passano senza soluzioni apparenti.

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