"Ci sono delle regole iniziali di ingaggio che sono totalmente sbagliate, ingiuste e inattuali. Queste regole vanno cambiate. Mi stupisce che come al solito ci dobbiamo imbattere in un problema così e non ci si è pensato prima". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito al caso Parma. "La società si può salvare? L'auspicio è enorme - aggiunge il capo dello sport italiano oggi all'Acqua Acetosa -, ma sinceramente non sono assolutamente ottimista. Per la squadra mi auguro si trovi una soluzione per salvare il calendario, mi sembra il minimo indispensabile". Sulle regole d'ingaggio', invece: "E' strano che nessuno si sia accorto che invece c'erano cose che potevano consentire una situazione così difficile da spiegare e raccontare - prosegue -. Quando ci fu il ricorso al Coni da parte del Parma, ricordo che a livello personale e umano ero dispiaciuto per chi aveva acquisito sul campo per giocare l'Europa League. Ora posso dire complimenti a Franco Frattini e al suo gruppo di lavoro perché in epoca non sospetta per 300mila euro non fu riconosciuta la licenza Uefa e fece molto scalpore. Questo per capire quanto siamo stati rigorosi". Malagò quindi cita l'esempio inglese: "Qui si è capito che chiunque era ed è in condizione di comprare una società di calcio. In Inghilterra il signor Cellino per Iva evasa per l'acquisto di una barca a vela dopo avere rilevato il Leeds lo hanno messo in condizione di dimettersi dalla carica, mi dovete spiegare perché in Italia chiunque può comprare una società di calcio".
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Parma; Malagò ‘regole sbagliate, vanno cambiate’
“Ci sono delle regole iniziali di ingaggio che sono totalmente sbagliate, ingiuste e inattuali. Queste regole vanno cambiate. Mi stupisce che come al solito ci dobbiamo imbattere in un problema così e non ci si è pensato prima”....
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