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Parma: tutti gli scenari possibili

Tutti i possibili scenari se il Parma dovesse fallire. Un quadro completo in cui si parla anche di titolo sportivo, di marchio e del futuro dei calciatori della prima squadra e del settore giovanile. 1 Il primo, più favorevole e ottimistico, è...

Monica Valendino

Tutti i possibili scenari se il Parma dovesse fallire. Un quadro completo in cui si parla anche di titolo sportivo, di marchio e del futuro dei calciatori della prima squadra e del settore giovanile.

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Il primo, più favorevole e ottimistico, è che la società riesca a far fronte ai debiti fiscali che sono oggetto dell'istanza promossa dal pm e quindi rimuova le cause conosciute al giudice della insolvenza. In realtà pare che siano state depositate altre istanze di fallimento. Questo vuol dire che tutti i creditori istanti devono venire soddisfatti. In tal modo verrebbe supe- rata questa prima fase e il problema sarebbe rimandato in at- tesa che anche gli altri creditori (calciatori e dipendenti per primi quali privilegiati) ottengano soddisfazione dei rispettivi crediti.

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La legge fallimentare, oltre al fallimento, prevede più possibilità. Una è rappresentata dalla richiesta di ristrutturazione del debito con la quale il debitore (in questo caso il Parma) si accorda con i creditori per rinegoziare le condizioni di debito e alleggerire così la propria situa- zione finanziaria e portare a ter- mine un radicale risanamento della società. Tale procedura è sottoposta al vaglio del giudice e richiede l’adesione al piano di almeno il 60% dei creditori.

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Certamente, purché vi siano le condizioni per attuare la ri- strutturazione. Un'altra strada perseguibile sarebbe quella del concordato che prevede il pagamento di una percentuale ai creditori chirografari e il 100% dei creditori privilegiati (dipendenti, fisco, ecc.). Anche questa procedura avverrebbe sotto il controllo degli organi fallimentari.

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Anche in questo caso gli scenari possono essere molteplici: il primo prevede che il giudice, già con la dichiarazione di fallimento, disponga l’esercizio provvisorio dell’azienda, così da consentire alla squadra di terminare il campionato. Naturalmente occorre che vi siano i fondi necessari e che la conti- nuazione dell’azienda non ag- gravi il dissesto.

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Certo. La stagione sportiva non verrebbe interrotta e la squadra scenderebbe regolarmente in campo la domenica senza falsare il campionato. Inoltre gli organi della procedura avrebbero un po' più di tempo per tentare di trovare acquirenti della società.

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In realtà, anche in caso di fal- limento senza esercizio provvi- sorio, vi sarebbe un'ulteriore via di uscita rappresentata dall’affitto dell’azienda. Ciò, però, significherebbe aver già a disposizione una società che intenda stipulare questo contratto ma- gari in previsione di un futuro acquisto definitivo dal fallimento. Qui, però, potrebbe sorgere un problema con la Federazio- ne.

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Sarebbe una situazione nuova nel mondo del calcio e bisogna valutare se vi sia compatibilità tra le disposizioni di diritto comune e quelle contenute nelle Noif (Norme di organizzazione interna della Federazione) che pongono limiti alla circolazione della società. Dal mio punto di vista non vi sono elementi per negare da parte della Federazione l’attribuzione del titolo sportivo alla nuova società che si impegna ad affittare l’azienda Parma calcio.

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Esattamente. Il titolo sportivo viene assegnato dalla Figc nel caso in cui una società dimostri di possedere tutti i requisiti di natura sportiva ed economica per partecipare al campionato.

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Marchio e titolo sportivo sono due elementi distinti che non vanno confusi. Per il marchio bisogna verificare se è di proprietà del Parma calcio oppure comunque iscritti nel bilancio. Da non dimenticare anche il setto- re giovanile relativamente ai ragazzi sottoposti al vincolo sportivo.

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In realtà la norma che prevedeva l’intervento del sindaco nel caso in cui una società non fosse in grado di iscriversi al campio- nato anche fuori dall’ipotesi di fallimento è stata abrogata. Per cui l’attività del sindaco è certamente da apprezzare quale primo cittadino ma non ha nulla a che vedere con gli aspetti di natura sportiva.

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In realtà, come già successo in altri casi, potrebbe essere fon- data una nuova società slegata da quella attuale che può essere ammessa al campionato di serie D (Lega nazionale dilet- tanti) anche in soprannumero. Naturalmente il patrimonio rappresentato dai calciatori di qualunque livello (prima squadra e giovanili) non si trasferisce alla nuova società dilettantistica.

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L’anno prossimo da quale categoria partirebbe il Parma? Il sindaco Pizzarotti è molto attivo per l’attuale posizione. A lui spetta l’ultima parola sull’eventuale subentro? Se, invece, non si riuscisse ad attuare le procedure appena indicate e si dovesse verificare il falli- mento: quale potrebbe essere il destino del Parma? E quale potrebbe essere? Se ciò non avvenisse, cioè la società non dovesse pagare, che accadrebbe? La presenza o meno del marchio inciderebbe quindi sul valore complessivo da assegnare al Parma? In caso di fallimento e conseguente revoca dell’affiliazione tutti i calciatori, anche quelli del settore giovanile, sono svincolati. Potrebbero rimanere tes- serati con la società che acquistasse l’azienda dal fallimento con accordo sulle retribuzioni non pagate dall’attuale gestione oppure sarebbero liberi di trovarsi una nuova squadra.

Ultima domanda: se tutte le ipotesi prima avanzate, che sono relative ad un possibile salvataggio sportivo del Parma (cessione, affitto, ristrutturazione) dovessero fallire, questo significa che la città perderebbe la squadra di riferimento?

"Tratto dalla Gazzetta di Parma

 

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