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Platini “Non sono un despota”, la Fifa deve cambiare

“La Fifa deve cambiare, ha bisogno di nuove idee e nuovi programmi”: Michel Platini non si è candidato contro Sepp Blatter nelle prossime elezioni – fine maggio – nel massimo organo calcistico mondiale ma ribadisce una...

Monica Valendino

"La Fifa deve cambiare, ha bisogno di nuove idee e nuovi programmi": Michel Platini non si è candidato contro Sepp Blatter nelle prossime elezioni - fine maggio - nel massimo organo calcistico mondiale ma ribadisce una volta di più lo scarso feeling che lo accomuna al presidente uscente (e al vertice da ben 17 anni). "Penso sia una bella opportunità per aprire un dibattito democratico nel mondo del calcio - le parole di Platini durante la chat organizzata dall'Uefa tra il presidente e tifosi, giocatori e allenatori di tutto il mondo - e la Fifa ha bisogno di nuove idee, di un nuovo programma. Vediamo che cosa succede, vediamo i programmi dei candidati. Ma credo che sia importante per il calcio che ci siano dei cambiamenti alla Fifa", spiega l'ex campione della Juve e dei Bleus che poi si difende dall'accusa di essere un despota: "In Europa o nel mondo, la gente pensa che io prenda le mie decisioni da solo. Ma io sono molto democratico e molto trasparente e non prendo mai decisioni da solo senza il sostegno del Comitato Esecutivo o insieme al Congresso. Ascolto tutti molto attentamente e poi prendo le mie decisioni, quando è necessario prendere decisioni, sempre per il bene dello sport, per il bene del calcio. Non penso di essere un despota". La chat pubblicata spazia ovviamente sulle grandi tematiche del calcio di oggi, con Platini che difende l'attuale format della Champions e offre anche qualche siparietto simpatico. Come nel caso della risposta a Gianluigi Buffon che lo 'stuzzica' sulla finale di Euro2012 (persa dagli azzurri contro la Spagna 4-0). Al portierone azzurro che chiedeva a Platini "in quanto ex giocatore e che quindi capisce le nostre esigenze, come mai (l'Uefa) studiando il calendario, come è accaduto ad esempio a noi a Euro 2012, non venga dato più tempo alle squadre per preparare al meglio la finale", il n.1 dell'Uefa risponde che "la questione è più vasta e non penso riguardi solo la finale; potremmo parlarne anche della semifinali allora. Ho giocato tre Mondiali e un Europeo - ricorda Platini - quindi posso dire che non è una questione del tempo ma della condizione generale della squadra. Se sei in buone condizioni, puoi sentirti bene dopo tre giorni. Se non sei in buone condizioni, non ti senti bene nemmeno dopo tre giorni", la replica di Platini che poi difende anche l'attuale format Champions: "Il mio lavoro non consiste solo nel creare una grande Champions League, ma anche nel far crescere il calcio in tutta Europa. Ridurre il numero di squadre in Europa significherebbe impedire a molti paesi di crescere calcisticamente perche' non riceverebbero soldi".

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