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Bologna, il maestro Danilo fa scuola di difesa

L'analisi della Gazzetta: "Il veterano brasiliano è imprescindibile nel sistema di Mihajlovic"

Redazione

Nella sua ultracentenaria storia, il Bologna non ha mai avuto un feeling molto acceso col calcio brasiliano. Sotto le Due Torri non sono passati giocatori “verdeoro” che abbiano lasciato il segno e di cui si sia conservata memoria come nel caso degli uruguaiani.

Negli ultimi tempi c’è stata una inversione di tendenza sopratutto per merito di Danilo Larangeira, il veterano della difesa che nel sistema di Mihajlovic è diventato un titolare imprescindibile e inamovibile.

Danilo è approdato a Casteldebola nell’estate 2018 dopo avere chiuso una lunga parentesi a Udine dove ha avviato, nel 2011, la sua carriera italiana. In Friuli aveva rotto con l’ambiente, cercava un nuova piazza da esplorare per trovare stimoli ormai sopiti. Persona introversa e di poche parole, come sono i paolisti più simili agli europei che non ai carioca, ha fatto il suo ingresso a Bologna in punta di piedi, diventando subito un leader. Silenzioso, dicono tutti, ma leader vero. Di quelli ai quali ti puoi affidare quando la partita diventa calda e il risultato è in bilico. Diventato padre a 18 anni, è dovuto crescere in fretta in Brasile abituandosi subito a certe responsabilità che in famiglia come nello spogliatoio sono molto simili. Con l’esempio è diventato il “maestro” dei compagni che gli giocano al fianco. L’anno passato proprio con Lyanco, parlando la stessa lingua ma senza esagerare, quest’anno con la sorpresa Bani che grazie alle coperture di Danilo può spingersi spesso in attacco per segnare i gol che hanno portato al Bologna punti importanti. Ora Danilo ha il compito di scolarizzare nel ruolo Tomyiasu, centrale naturale adattato a terzino, che nei programmi della prossima stagione è destinato a prendere il posto proprio di Danilo. Questi, vicino ai 36 anni (li compirà tra un mese), dovrà decidere, col contratto in scadenza a giugno, se rimanere in Emilia accettando l’offerta di rinnovo con un ruolo di contitolare che il Bologna di buon grado è intenzionato ad offrirgli. Tutto avverrà a tempo debito.

In questa prospettiva, Danilo è nella stessa posizione di Palacio. Due veterani che, potendo, è meglio trattenere perché hanno ancora tanto da insegnare. Non a caso tra i due corre un ottimo rapporto, il carattere infatti è lo stesso: poche parole, molti fatti e la voglia di stupire ancora. Uno dietro e l’altro davanti, senza dimenticare che anche Danilo è capace di trovare il gol. In Serie A ne ha realizzati 11, il più bello con la maglia dell’Udinese proprio contro il Bologna nel 2016, una partita che a Udine ricordano molto bene perché quella prodezza determinò il successo della squadra friulana che festeggiava i suoi 120 anni di storia. Il presente intanto lo richiama a Bologna. L’esplosione del Covid 19 lo ha spinto a tornare in Brasile insieme alla famiglia. Il secondogenito Lucas, oggi 11 anni, è già sulla strada del papà come calciatore in erba nelle giovanili rossoblù. A breve Danilo dovrà rientrare in Italia per rifare la quarantena. Tutti lo aspettano, insieme a Mihajlovic. Non si può ricominciare senza di loro.

 

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