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Caos Parma: Donadoni “sono disgustato, devono pagarla”

”Noi abbiamo la possibilità di metterci in mostra da qui alla fine ma questo non vuol dire che le cose siano tornate alla normalità, perché da qui al termine del campionato le cose non saranno mai considerate normali. Sono disgustato e...

Monica Valendino

''Noi abbiamo la possibilità di metterci in mostra da qui alla fine ma questo non vuol dire che le cose siano tornate alla normalità, perché da qui al termine del campionato le cose non saranno mai considerate normali. Sono disgustato e chi ha sbagliato è giusto che paghi''. E' l'antivigilia di Parma-Torino ma in casa crociata del match del Tardini si parla poco, anzi nulla. Le parole di Roberto Donadoni sono significative del clima anche se oggi si vive con più ottimismo il futuro dopo la dichiarazione di fallimento e la nomina di due curatori fallimentari. ''Ora almeno c'è una linea certa'', commenta il tecnico ducale che però mastica amaro per le tante bugie che ''sono state dette. Dal punto di vista umano è stata una grossissima delusione per me. E' triste pensare che in questi mesi siamo stati circondati da opportunisti, gente che ha badato agli interessi personali''. In primis Ghirardi e Leonardi, perché sino ad ora i colpevoli riconosciuti sono solo quelli, ''di riflesso. E puntualmente c'è chi paga le conseguenze dei danni che hanno fatto altre persone che non sono degne di stare nel mondo sportivo e civile. Ora sappiamo di essere stati raggirati, ma non dal Manenti della situazione, che è già in galera, dov'è giusto che sia per ciò che ha fatto, ma c'è un pregresso che va scandagliato per far capire che le cose così non possono più funzionare''. Ora però serve dalla squadra un ulteriore sacrificio. I curatori fallimentari Angelo Anedda ed Alberto Guiotto sono stati chiari: il debito sportivo (oggi a quota 78 milioni) deve essere ridotto per dare un futuro alla società. ''Dall'inizio dell'anno non percepiamo un euro, una negoziazione c'è già stata - chiarisce Donadoni - ma per noi non è mai stata una questione di soldi. Tutto quello che sarà necessario fare per far sì che questa squadra rimanga nel calcio che conta lo faremo, e parlo per me''. Però, Donadoni lo ripete più volte, ''chi ha sbagliato deve pagare in maniera pesante, non c'è nessuna scusante, nessun alibi. Avete messo questa società in ginocchio, è giusto che ne paghiate le conseguenze". E mentre la squadra scenderà in campo al Tardini i nuovi 'dirigenti' crociati Anedda e Guiotto continueranno a lavorare per stabilizzare i conti del club, forti anche dei fondi che arriveranno dalla Lega. Attesi, spiega Alberto Guiotto, ''ad inizio della prossima settimana. Ieri sera abbiamo ricevuto la conferma dal presidente Beretta per cui crediamo che la copertura delle spese correnti sia garantita. Abbiamo anche iniziato le operazioni di stima dell'azienda sportiva, cerchiamo di procedere il più velocemente possibile''. Ma i soldi basteranno? ''Il nostro compito è capire se la gestione da qui a fine campionato sarà sostenibile, se i costi saranno minori o maggiori a 5 milioni. Se fossero superiori, o riusciamo a incrementare le entrate (e siamo già in contatto con alcuni sponsor) o chiederemo ai nostri interlocutori di ridurre i costi. Siamo ottimisti. L'intenzione è quella di indire la prima asta attorno al 15 di maggio''. ''Svolgeremo la nostra attività come una normale procedura fallimentare - ha spiegato invece Angelo Anedda - Traghetteremo il Parma sino a fine campionato e poi metteremo in vendita il ramo sportivo per permettere alla squadra di iscriversi alla stagione successiva''. Massima comunque la cautela perché ''prima dobbiamo verificare se sussistono le condizioni, se non si debba interrompere l'attività qualora crei ulteriore danno ai creditori della procedura''.

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