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Da Balotelli a Zaza, ecco i colpi a salve delle big

Ci sono quelli che si sono proposti e quelli che sembravano fatti. Quelli che dovevano arrivare e sono finiti ai “nemici” e quelli rinviati a giugno. Sono i colpi a salve del mercato di gennaio, i sogni sfumati di un mese vissuto...

Monica Valendino

Ci sono quelli che si sono proposti e quelli che sembravano fatti. Quelli che dovevano arrivare e sono finiti ai "nemici" e quelli rinviati a giugno. Sono i colpi a salve del mercato di gennaio, i sogni sfumati di un mese vissuto intensamente tra chiacchiere, rumors, corteggiamenti, trattative andate in fumo, rincorse maldestre. Da Mario Balotelli fino a Simone Zaza, quasi un alfabeto del pallone.

JUVENTUS

Alla fine è arrivato Alessandro Matri, l'uomo giusto, pensano a Torino, per rimpiazzare Seba Giovinco, finito a Toronto, e completare la rosa. Prima, però, prima di scegliere per un ritorno, la Juve si era mossa sotto traccia su diversi fronti nel tentativo di accontentare Max Allegri. Due le richieste del tecnico: un trequartista e, soprattutto, un giocatore in grado di migliorare la squadra. Di qui gli assalti ai pezzi grossi del pallone europeo. Da Sneijder a Jovetic, passando per l'idea, rimasta tale, Mkhitaryan, fino ad arrivare a Osvaldo. Ma andiamo con ordine e partiamo dall'olandese, in fondo prima scelta di Allegri: per giorni, smentite a parte, Marotta e Paratici hanno provato a convincere il giocatore e il Galatasaray. Buona, più o meno la prima, pessima la seconda, nel senso che a Torino si puntava sulla necessità dei turchi di fare cassa tenendo corto il braccio. Il che, tradotto, fa offerta troppo bassa e domanda troppo alta. Il Gala non si è mai mosso da quota 20 milioni. Troppo per un acquisto di gennaio. Però Wes, a un certo punto, è stato vicino davvero. Diversa la questione relativa a Jovetic. Se n'è parlato, più in Inghilterra che in Italia per la verità, ma la trattativa non è mai decollata. Il City non ipotizzava nemmeno lontanamente sconti e tanto bastava a frenare in partenza l'assalto bianconero. Più concreti i tentativi per Zaza e Osvaldo. Per il primo si è messa di mezzo la Confindustria, e cioè Squinzi: "Non si muove fino a giugno". Fine corsa, come per l'italo-argentino dell'Inter. Con cui si è rischiato un Guarin-Vucinic bis. La Juve l'ha buttata lì, l'Inter non ha reagito e da Torino hanno giustamente pensato di non insistere troppo. Ultimo della lista, l'uomo che ha diviso la tifoseria bianconera, è Antonio Cassano. Allegri a un certo punto ci ha fatto un pensierino ma sul web è venuta giù la valanga del popolo bianconero: ci ha chiamato soldatini, Cassano mai. Appunto. Mai.

INTER

Considerando il mercato buonissimo che ha fatto, sembra incredibile che l'Inter sia la big che ha sbagliato "mira" più volte. Il grande rammarico è legato a Rolando, l'uomo che serviva a Mancini per ridare solidità alla sua difesa. E' un grande rammarico soprattutto per il modo in cui l'affare è fallito. Si è detto: l'Inter lo vuole in prestito. Si è scritto, a pochi minuti dalla fine del mercato: il Porto ha rifiutato il prestito. Morale? E' partito, of course, in prestito, direzione Anderlecht. Qualcosa, insomma, non ha funzionato. Lo stesso si può dire per Alessio Cerci, sembrato a lungo lì lì per diventare nerazzurro e, invece, finito nelle grinfie di Galliani. L'altro affare importante sfumato è a centrocampo: serviva uno tra Mario Suarez e Lucas Leiva, ma entrambi, alla fine, sono rimasti dov'erano. Atletico Madrid e Liverpool hanno risposto picche alla richiesta di prestito con diritto di riscatto di Ausilio che, però, nel frattempo ha fatto passi avanti importanti in direzione Yaya Touré, obiettivo numero uno per giugno. Sempre nel cuore del gioco interista nell'ultimo giorno sono partiti assalti incrociati a Lass Diarra, Cigarini e Ledesma. Risposte: no, no e no. Ultime citazioni per l'usato "insicuro" Balotelli - Mancini non disdegnava, ma la Curva disdegnava eccome - per Rhodolfo e per Vida. Tutti sembravano a un passo, tutti hanno fatto un passo indietro. Lavezzi? Resta il sogno di Thohir, hai visto mai che non torni di moda in estate...

MILAN

I giorni del condor, in casa Milan, sono stati nuovamente quelli buoni. Nelle ultime 48 ore, Adriano Galliani ha portato a casa Destro, Antonelli, Paletta e Bocchetti ma, almeno questa volta, ha dovuto fare i conti anche con un paio di trattative fallite. Meglio, rinviate, perché se i rossoneri non sono stati in grado di strappare Baselli e Munoz ad Atalanta e Palermo - il secondo è poi finito in prestito alla Samp -, entrambi possono già dirsi milanisti a partire dalla prossima stagione. Non ora, non qui, insomma, ma i dubbi sul loro futuro sono riducibili a zero. Fatto sta che, pur senza dannarsi troppo l'anima, i veri flop del mercato di Galliani sono entrambi legati all'Inter: il primo, Brozovic, seguito a lungo, perché ha poi scelto di aggregarsi al gruppo di Mancini; il secondo, Osvaldo, perché dal Mancio è rimasto sperando, guarda un po', di strappare un perdono.

NAPOLI

Il "saldo passivo" del Napoli si riduce a due nomi: Mario Suarez e Lucas Leiva. Il secondo, in particolare, era un pallino di Rafa Benitez e sembrava un obiettivo raggiungibile. Il Liverpool, però, ha come già detto poi deciso di non lasciarlo partire, il Napoli non ha insistito e la trattativa non è quindi mai davvero decollata. In fondo a don Rafé basta così: voleva un esterno di difesa e uno d'attacco, è stato accontentato con Strinic e Gabbiadini.

ROMA

Dicono che Walter Sabatini, tra una sigaretta e l'altra, abbia lavorato meno bene del solito. Sarà, ma intanto il ds giallorosso ha coperto, a modo suo, tutte le falle: via Destro, la Roma ha provato a prendere Luiz Adriano e Salah. Missione fallita, ma pronto rimedio con Doumbia e Ibarbo. Serviva Chiriches, è arrivato Spolli. Il che, tradotto, fa saldo magari non attivo, ma nemmeno passivo. Unica pecca alla voce Rabiot. Sabatini ci ha provato la scorsa estate, poi ha fatto un timido tentativo in inverno. Niente da fare, il Psg non lo molla. Per ora.

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