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FIGC, Gravina: “Coverciano a disposizione per combattere il COVID-19”

Figc; parla Gabriele Gravina

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato della situazione sportiva relativamente al Coronavirus

Redazione

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato della situazione Coronavirus, relativamente al mondo dello sport e della possibilità di mettere a disposizione il centro tecnico di Coverciano per combattere il COVID-19. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport 24: "Mettiamo a disposizione il Centro di Coverciano per combattere il coronavirus. Il calcio ha ritrovato un ruolo d’intenti nel riconoscere un ruolo centrale nella FIGC, una cosa che non succedeva da tempo. Credo che questo sia un messaggio oramai consolidato. Ci sono stati dei momenti di dialettica abbastanza accessi, ma la dialettica aiuta a rafforzare i vincoli ed i limiti nelle istituzioni. Oggi è il momento di abbandonare le polemiche e stare tutti insieme stando vicino a chi è in prima linea a cui rivolgo un grande applauso, non lo dico solo per il settore calcio. Capisco che oggi il calcio a molti non interessi, ma ricordo che il calcio rappresenta la terza industria nel nostro paese ed il calcio genera entusiasmo. Noi abbiamo un piano al quale abbiamo dato la priorità assoluta, ossia quello della competitività sportiva. Ci siamo già attivati con la FIFA che ha già attivato una task force per rivedere la situazione dei contratti oltre il 30 giugno. Siamo in attesa delle decisioni della UEFA e della FIFA che ringrazio. La nostra idea è andare oltre la dead line del 30 giugno spostandola al 30 luglio cercando di ripartire per inizio maggio. Il calcio deve arrivare fino in fondo ma seguendo le indicazioni dell’OMS. Abbiamo pensato che se non si potrà giocare penseremo a salvare il valore della competizione sportiva, ma per ora non ci abbiamo pensato. Il tema dell’assegnazione del titolo ne parleremo in Consiglio Federale perchè spetta a tale organo in base all’art. 13 dello Statuto. Spero si possa concludere questo campionato perchè avremmo tolto questo bruttissimo incubo. Non penso che ci possa essere un riporta di questa stagione sulla prossima stagione perchè si comprometterebbe sia questa stagione che la prossima. Noi pensiamo che il calcio italiano viva solo per l’assegnazione dello Scudetto, ma ci sono anche campionati professionistici e dilettantistici e dobbiamo assegnare i posti Champions ed Europa League, le retrocessioni e le promozioni. Siamo convinti che l’applicazione di alcuni fattori di sviluppo dobbiamo cercarli noi internamente, per il mondo del calcio chiediamo una rivisitazione di alcune norme che impediscono lo sviluppo dello sport. La fondamentale dello sport italiano è del 1981, ora siamo nel 2020. Stiamo ragionando su vari temi, tra cui quello dell’istituzione di un Fondo salvacalcio in cui devono entrare tutti, del diritto d’autore. Sono in contatto costante con la FIFA e la UEFA,  mi sto confrontando con il mondo internazionale per cercare di capire le esigenze del calcio anche a livello internazionale. SOno sicuro che la UEFA ci darà una grande mano insieme alla FIFA. Credo che le cifre circolate questi giorni sulle perdite le ritengo particolarmente elevate se ci riferiamo al lucro emergente. Il mondo del calcio in questa emergenza vive la sua emergenza. Non dimentichiamo poi che i presidenti delle società sono impreditori che vivono la loro crisi, come i tifosi che lavorano vivono una crisi. Tutti insieme dobbiamo uscire da questo momento, tutti siamo chiamati ad un gesto di responsabilità. Dimostriamo che amiamo il calcio. Le nostre norme sono la Stella Polare per le decisioni e quindi l’ipotesi di spostare la Serie A a 22 squadre con un campionato che partirà in ritardo e che dovrà rispettare i termini per l’Europeo mi sembra poco percorribile come ipotesi. Sono preoccupato per il calcio in generale, a partire dal mondo dilettantistico che rischia di perdere moltissime società passando per la Lega Pro, le Leghe di B e A. COn Mancini abbiamo condiviso subito l’idea del rinvio degli Europei, ci è dispiaciuto tantissimo pensando a tutti i soggetti e le istituzione coinvolte per l’organizzazione. Riguardo la ripresa degli allenamenti dico che ci sono dei medici e dei professionisti che hanno l’esatta cognizione della situazione e quindi dico a tutti di stare insieme. Sui calciatori rientrati in patriaI calciatori sono degli uomini, degli affetti, e tutti hanno bisogno di sentirsi più protetti, lascio la competenza delle singole società".

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