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Gotti: “Sarri è un ossimoro vivente. Accettata la panchina per responsabilità”

News Udinese: il tecnico Luca Gotti

Ecco le parole di Luca Gotti ai microfoni de Il Corriere della Sport

Redazione

UDINE -  Ai microfoni de Il Corriere dello Sport è intervenuto il tecnico dei bianconeri Luca Gotti. Ecco cosa ha detto l'allenatore dei friulani:

SUL GESTO RIVOLTO A ZEEGELAAR - "Nessuna spiegazione, solo un gesto d'intesa. Noi li chiamiamo impliciti condivisi. Abbiamo esperienze comuni che ci fanno intendere senza il bisogno di parole. E' come se fossimo compagni di università, che hanno vissuto insieme per anni. Ci basta un atteggiamento di sensibilità per richiamare un comune sistema di valori e regole. E' un segno fondamentale, perché l'adrenalina è un carburante altamente infiammabile e una parola sbagliata può diventare incendiaria. Ci salva l'empatia".

SULLA LITE CONTE-AGNELLI E LUKAKU-IBRAHIMOVIC - "Non è necessario caricare di un giudizio morale un fatto che sarà già giudicato secondo il regolamento sportivo. Che è una garanzia, perchè fa corrispondere una sanzione alla violazione".

SUI VALORI TRASMESSI DAL PADRE - "Il ricordo che ho di mio padre non è quello dell’allenatore. Lui era anzitutto un operaio, così ha lavorato per quarantacinque anni. Persona semplice, terza media ma ottime letture, esperienza acquisita sul campo, una vita nelle case popolari. Lì sono cresciuto. La percezione di essere raggirato dai potenti e perfino dalle istituzioni non giustificava per lui il diritto di violare la morale. Nessun lavoro deve farti vergognare, mi diceva, tutti i lavori sono nobili. Bisogna vergognarsi di rubare e di prendere in giro gli altri. Questo ho imparato da una persona che non ha mai avuto un milione di lire sul conto corrente, ma non per questo ha perso la coerenza".

Mister Luca Gotti, l'allenatore dell'Udinese

SUL PRIMO NO AL RUOLO  DI PRIMO ALLENATORE -"La fama è un traguardo da cui rifuggo. Non trovo alcun vantaggio per il respiro che intendo dare alla mia vita. Dentro e fuori dal calcio. Il denaro è un'altra cosa. Ne comprendo l'importanza, ci mancherebbe. Vedo attorno a me persone in gamba che, di fronte ad un momento di difficoltà economica, mettono in discussione se stessi e in maniera profonda. Lo comprendo e mi dispiace. Però io la metto diversamente: una volta che ho dato ai miei figli ciò di cui hanno bisogno e non ho problemi a pagare le bollette, non voglio essere schiavo neanche del denaro. Ho scelto il ruolo del gregario compatibile con la qualità della mia vita, delle relazioni familiari, delle mie letture, delle vacanze con i miei figli. Non avevo paura e mi sento una persona risolta, che misura le priorità secondo criteri personali, non secondo i luoghi comuni degli altri. Ho accettato perché c'è stata una contingenza che mi ha tirato per la giacchetta, ho sentito una responsabilità".

SU GUARADIOLA  - "In Inghilterra l’ho studiato. La differenza che persegue non è tattica, ma caratteriale. Lui la definisce “animismo”. Vuol dire sfruttare al massimo le potenzialità dei calciatori a prescindere dal risultato. Tante squadre segnano un gol e cambiano del tutto atteggiamento mentale. Oppure dominano, poi subiscono un gol casuale, e si abbattono. Cambia l’inerzia della partita, cioè quel flusso di forze psicologiche collettive che sposta il baricentro del gioco, contro ogni stessa volontà tattica. Questo disequilibrio corrisponde a una virata emotiva che avviene nella testa dei calciatori. Piuttosto che concentrarsi sul 4-3-3, è importante spingere la squadra a giocare come se stesse sullo 0-0 anche se è avanti di due gol".

CALCIO E TECNOLOGIA - "Mi sfuggivano componenti tecniche ed emotive che non sono catalogabili. Ma di recente abbiamo scoperto dati su atteggiamenti virtuosi correlati con le classifiche degli ultimi dieci anni. Tipo quanto tempo dai al tuo avversario in certe zone del campo dove recuperi palla, qual è il baricentro della squadra, come ti comporti nelle due aree di rigore".

SULLA SFIDA CONTRO LA ROMA -  "Non ho paura, ma grande rispetto".

SU SARRI - "E' un ossimoro vivente. Fa convivere un'intelligenza estremamente raffinata con momenti di chiusura totale, in cui reagisce solo di pancia. Lo definirei un estremista concettuale, mette continuamente alla prova le tue convinzioni passate e ti sprona ad aggiornarle. Il nostro è stato un rapporto pieno, anche in quel piccolo spazio che Maurizio riserva a ciò che sta fuori dal calcio. Lui ideologicamente a sinistra, io dalla parte opposta. Eppure a volte ci siamo trovati a litigare da posizioni invertite, chiudendo tutto con una classica risata".

Luca Gotti, allenatore dell'Udinese

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