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Inizia la campagna europea della Sampdoria: è un disastro

Alla fine, Walter Zenga che va sotto la curva ad assumersi tutte le responsabilità della disfatta è la patetica immagine della pochezza di quel calcio italiano che viene subito dietro le poche “grandi”. Per Ferrero invece, accorso...

Franco Canciani

Alla fine, Walter Zenga che va sotto la curva ad assumersi tutte le responsabilità della disfatta è la patetica immagine della pochezza di quel calcio italiano che viene subito dietro le poche "grandi". Per Ferrero invece, accorso anche lui sotto il settore dei tifosi più accesi per esaltarne l'attaccamento ai colori, primi fischi da quando ha rilevato la proprietà della società. La querelle-Cassano che ha diviso la tifoseria e la direzione tecnica da quella societaria rischia di divenire ancora più pesante dopo il pesante 0-4 subìto stasera in casa dal Vojvodina di Novi Sad.

E' apparso chiaro che, ad oggi, il mix fra il tecnico milanese e il manìpolo di pedatòri affidati alle sue cure non risulta vincente come quello che, l'anno passato, ha stupìto tutti per l'efficienza e l'affidabilità, almeno per tre quarti di campionato.

Molti fra i sedicenti esperti di calcio avevano etichettato questa gara come una formalità per l'Eurosampdoria. Quelli, per inciso, che giocano le schedine leggendo i nomi dei giocatori e di squadre che a noi suonano familiari probabilmente solo grazie alle vecchie telecronache di Sergio Tavcar, Sandro Vidrih e Bruno Petralj su Telecapodistria, ma che ancor oggi custodiscono piccoli talenti e saggezza tattica.

Dimentichi, troppo presto e ancor più spesso, che il calcio balcanico è fucina di campioni pazzi e pazzeschi. E son certo che da stasera tali esperti faranno a gara per accaparrarsi la paternità di aver scoperto il giovane bosniaco Ognjen Ozegovic, stasera autore di una doppietta e in generale di una gara nella quale la palla, all'avversario, non l'ha fatta vedere mai.

Uno 0-4 che risulta addirittura stretto per i biancorossi di Novi Sad, autori di una serie di azioni da rete molto raramente inframezzate da repliche pericolose dei doriani. Una pericolosa punizione di Fernando nel primo tempo, infatti, resta la più favorevole occasione creata dai domestici (oggi ospitati dallo Stadio Olimpico di Torino) a fronte, come detto, di un dominio netto e incontrastato da parte degli slavi.

Certo: la gara è europea e si gioca sui 180', du cui i 90' in trasferta ancora da giocare: ma onestamente ribaltare a Novi Sad il divario tecnico, tattico e mentale visto stasera risulterebbe essere un vero miracolo.

 

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