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Lecce, Petriccione: “Da bambino andavo allo stadio Friuli, a Udine sarei di casa”

Il centrocampista giallorosso parla a La Gazzetta dello Sport

Redazione

Il centrocampista giallorosso ha parlato a La Gazzetta dello Sport.

La svolta. "La svolta è arrivata grazie a Gianfranco Matteoli che, da responsabile dell’area tecnica del Cagliari, puntò sulle mie qualità tecniche. E sarò grato per sempre a Liverani: mi aveva allenato nella Ternana, poi mi ha voluto nel Lecce, che mi ha preso dal fallimento del Bari".

Com'è stato stare lontano da casa a 15 anni? "Il primo anno a Cagliari. Negli allievi nazionali solo io non ero sardo e un po’ mi avevano preso di mira. Qualche volta ho trovato il letto bagnato… Ma in campo mi facevo valere, da trequartista. Dopo la cessione dalla Fiorentina al Bari, ho cominciato la scalata, rendendo felici i miei genitori, Vito e Sabrina. Papà, carabiniere, si divertiva a fare il d.s. e l’allenatore a livello giovanile; quest’anno ha abbandonato il calcio per seguirmi da tifoso".

Liverani. "È un maestro straordinario. Da ex centrocampista, mi spiega i segreti del ruolo. Il mister ha ancora un piedino da fuori-classe, in allenamento regala spettacolo».

Genoa, Sampdoria e Udinese ti vogliono. "A Lecce sto benissimo e devo tanto alla società. Da bambino, andavo allo stadio Friuli e quell’Udinese era protagonista anche in Champions League. Dico solo che a Udine sarei di casa. Resto, però, concentrato sulla salvezza del Lecce, sperando che si possa concludere il campionato".

 

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