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Milan, Van Ginkel, Mexes, Menez i tre ‘casi’ rossoneri

Ventiquattro ore dopo il derby c’è l’amarezza per un pareggio inutile, ma anche la consapevolezza che si poteva fare meglio nei ragionamenti dei giocatori del Milan. “E’ stata una bella partita. Potevamo vincere sia noi...

Monica Valendino

Ventiquattro ore dopo il derby c'è l'amarezza per un pareggio inutile, ma anche la consapevolezza che si poteva fare meglio nei ragionamenti dei giocatori del Milan. "E' stata una bella partita. Potevamo vincere sia noi che loro, il risultato è giusto, nel secondo tempo siamo rimasti troppo arretrati", è l'analisi di Jeremy Menez, ospite assieme a molti compagni di squadra di una serata di beneficenza per aiutare Giorgia Pagano, una bimba di sei mesi che lotta contro la Sindrome di Berdon e deve sottoporsi a un costosissimo trapianto. "Se non avessero annullato il mio autogol sarebbe stato un peccato, anche se abbiamo sofferto", ha commentato Philppe Mexes, che si mette alle spalle il derby e guarda avanti, con non poche incertezze legate al rinnovo del contratto in scadenza: "Io ci spero, vivo giorno dopo giorno. Sarebbe importante per la mia famiglia sapere dove andremo, è l'unica cosa che mi dà un po' fastidio. Per il resto - ha assicurato - do il massimo fino a fine contratto". Rischia di cambiare squadra a giugno anche Marco Van Ginkel, in prestito dal Chelsea per un anno. Ancora incerto sul futuro, il mediano olandese ha spiegato che l'esperienza al Milan gli "è piaciuta e un altro anno qui potrebbe essere positivo". Ma non ha nascosto che, "come per ogni calciatore giocare le coppe europee è importante".

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