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Parma, quelli resi poveri dal fallimento

Messi e Cristiano Ronaldo stanno al calcio come Johnny Depp e Brad Pitt al cinema: sono animali da palcoscenico, fuoriclasse che rapiscono l’attenzione della gente e vengono strapagati perché nelle casse dei club portano montagne di denaro. Ma...

Monica Valendino

Messi e Cristiano Ronaldo stanno al calcio come Johnny Depp e Brad Pitt al cinema: sono animali da palcoscenico, fuoriclasse che rapiscono l’attenzione della gente e vengono strapagati perché nelle casse dei club portano montagne di denaro. Ma come le pellicole funzionano anche grazie ad attori minori e comparse da 100 euro a giornata, così nel calcio molti giocatori la sfangano con stipendi importanti, se confrontati con quelli di altre categorie, ma non certo milionari.

Ragnatela italo-slovena

E’ quest’ultimo il caso di Ronaldo Vanin, difensore esterno cresciuto nel Torino che ha sviluppato la carriera in Lega Pro, e che attualmente è invischiato nella ragnatela che si è formata sull’asse Parma-Nova Gorica. Il brasiliano, uno da 70mila euro l’anno, non prende lo stipendio da 13 mesi - l’ultimo coperto risale al febbraio 2014 -, e ora come ora è pure senza squadra. «A gennaio avevo trovato l’accordo con l’Arezzo per far ritorno in Italia - attacca Vanin -. Sarei dovuto rientrare al Parma, che mi aveva dato in prestito al club sloveno, quindi i ducali mi avrebbero girato nuovamente in prestito all’Arezzo. Il 15 gennaio mi sono liberato dal Nova Gorica, di fatto rescindendo, ma il 27 dello stesso mese ho scoperto che il Parma non mi poteva riprendere perché aveva già tutti i posti da extracomunitario occupati. E così, oltre a non vedere un euro da più di un anno, mi sto anche allenando con il Nova Gorica, grazie alla disponibilità del tecnico Cesare Beggi, senza avere la possibilità di disputare amichevoli, né, tantomeno, gare ufficiali. Una situazione difficile da affrontare - continua il difensore -, anche perché nel corso degli anni non ho mai preso cifre tali da poter mettere molti soldi da parte. Sono un calciatore, ma a differenza di illustri colleghi, e come la maggior parte dei calciatori dalla serie B in giù, vivo dello stipendio mensile».

«Io con Chiricò»

Facile immaginare il risentimento nei confronti dell’ex dirigenza del club ducale, che negli ultimi 13 mesi avrebbe dovuto contribuire in larga parte a coprire gli emolumenti di Vanin. «Cosa direi a Ghirardi? Ci sarebbe da fare, altro che da dire... Deve pagare per quello che ha fatto, ha messo in difficoltà molte famiglie e non ci ha nemmeno messo la faccia». Il Parma aveva acquistato Vanin dal Lecce, e può stupire che una società di serie A avesse deciso di rilevare il cartellino di un giocatore di 30 anni con scarsa esperienza nella massima categoria. «Il Parma voleva Chiricò, i dirigenti del Lecce, visto che in giallorosso ero fuori dal progetto tecnico, chiesero ai gialloblù di rilevare sia il mio cartellino sia quello di Chiricò. E così andò», spiega l’esterno difensivo.

«Leonardi? Mi ha preso in giro»

Vanin non ha mai incontrato a quattr’occhi l’ex patron del Parma, Tommaso Ghirardi, ma che ha avuto un paio di confronti con Pietro Leonardi. «Mi ha preso in giro - sentenzia Ronaldo -. A fine aprile del 2014 assieme ai compagni di proprietà del Parma in prestito al Nova Gorica ci eravamo presentati a Collecchio: non volevamo più allenarci, visto che non vedevamo il becco di un quattrino. Lui ci aveva chiesto un po’ di pazienza, dicendo che il periodo era complicato e che i soldi sarebbero comunque arrivati. Considerato il quadro del Paese, gli avevamo dato credito. Pensate che ci aveva garantito che il Parma era l’unica società di A che non aveva debiti, che il patrimonio, tra Collecchio e non so quali altri beni, era importante. Fate voi... Adesso comunque voglio solo pensare al mio futuro. Ho parlato con alcune società di Lega Pro, ma anche con due tecnici con i quali ho lavorato e che adesso allenano in serie D: Morgia che è a Siena e Zichella che guida il Chieri. Vista la situazione, a giugno valuterei anche club dilettantistici. Dopo quello che ho passato non mi interessa la categoria, però cerco una società sana». Cautela comprensibilissima, dal momento che Vanin, una decina di anni fa, si era trovato coinvolto prima nel fallimento del Toro di Francesco Cimminelli, quindi in quello del Catanzaro. «Di buono c’è che entro qualche settimana dovrei diventare un cittadino italiano, almeno un problema, non avere più i limiti imposti dallo status di extracomunitario, sarà risolto. Vi farò sapere come andrà, adesso vado a prendere Julia e Alessia, le mie bimbe, a scuola. Ho tanti grattacapi, ma anche una splendida famiglia...».

Tratto da Tuttosport

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