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Qui Torino: Mazzarri e il nuovo corso Granata. A Udine per confermarsi

Il punto sul Torino e come si presenta a Udine: con l'intento di sporcare definitivamente il volo

Redazione

Al Filadelfia il concetto «mazzarriano» che sta girando con maggiore frequenza nelle ultime ore è il seguente: «Dobbiamo ritrovare quell’equilibrio che ci ha permesso l’anno scorso di fare un girone di ritorno a passo da Champions». Ecco, questa esigenza, alla quale il mister si sta dedicando con la consuete tenacia, non si concilia col tridente, almeno in vista di una sfida giudicata particolarmente insidiosa. E allora ecco la decisione di tornare all’assetto che aveva permesso ai granata di procedere verso l’Europa a ritmo di Champions. Quindi difesa a tre come base di partenza, con Izzo e Nkoulou sicuri. Poi una competizione a tre sul filo dell’equilibrio tra Bonifazi e Bremer, che si sono sempre allenati al Fila, più quel Lyanco reduce dall’Olimpica brasiliana.

Le due fasi

Il centrocampo viene rimodellato sui cinque interpreti quando il pallone è da riconquistare. Ma quando c’è da attaccare ecco che uno dei tre di mezzo, quello che di solito staziona sul centro sinistra, ha piena libertà di andare a supporto di Belotti, posizionandosi da secondo trequartista. Per tale compito sono in lizza in questa vigilia Berenguer, Lukic e Meité. Perchè ciascun componente di tale terzetto è poi in grado di garantire i rientri. Naturalmente resta essenziale la spinta sulle corsie laterali assicurata da Ansaldi a sinistra più uno da scegliere tra Aina e De Silvestri. Ed eccoci alle punte. Nella competizione con Iago e Zaza è in vantaggio Simone Verdi, proprio per la sua capacità di giocare sia alle spalle che di fianco a Belotti. E’ un compito interpretato a volte l’anno scorso da Falque, che perciò si candida anche per una staffetta. Ma è un’evenienza che dipende sempre dagli sviluppi del match. Il fatto che l’Udinese abbia finora realizzato appena tre reti è il primo elemento di attenzione perché si tratta di un «record» negativo che mancava dalla stagione 1980-81 e le serie più sono lunghe più sono destinate a interrompersi. Inoltre nelle ultime tre trasferte contro formazioni messe peggio in classifica, il Toro ha rimediato tre sconfitte. Ne consegue la decisione di presentarsi al cospetto di questa Udinese tanto decisa a fare bella figura davanti ai suoi tifosi con un Torino da battaglia. Più equilibrio vuol dire in fondo anche una marcia più regolare.

(Dalla Gazzetta dello Sport)

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