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Vista da Milano: ecco come sta il Milan

Iniziano ad avvertirsi i primi scricchiolii alla gestione tecnica di Filippo Inzaghi al Milan che a inizio stagione era stato accolto con grandissimo entusiasmo da presidente, dirigenti e gran parte della squadra, anche se ora appare chiaro che...

Monica Valendino

Iniziano ad avvertirsi i primi scricchiolii alla gestione tecnica di Filippo Inzaghi al Milan che a inizio stagione era stato accolto con grandissimo entusiasmo da presidente, dirigenti e gran parte della squadra, anche se ora appare chiaro che questo atteggiamento fosse dettato soprattutto dalla volontà di rompere in fretta e furia con il breve periodo in panchina di Clarence Seedorf, il cui atteggiamento non era stato gradito da tutti, L’olandese, però, pur essendo stato chiamato a sostituire Allegri quando era ancora un giocatore nel Botafogo si era trovato a guidare una squadra che aveva grandi limiti fisici e tecnici, ma nonostante questo e pur avendo gran parte dello spogliatoio contro è riuscito a portare risultati concreti totalizzando 35 punti nel girone di ritorno e dando un gioco che ormai da tempo in casa Milan non si vedeva.

Attualmente, però, i giudizi nei confronti di Inzaghi, che con il suo Milan ha totalizzato solo un punto in più dell’Inter che ha già cambiato allenatore, sembrano essere ancora troppo benevoli senza tenere conto che il terzo posto al momento è utopia e che su dodici partite di campionato sono state vinte solo quattro gare. I tre punti, infatti, sono arrivati solo alle prime due giornate contro Lazio e Parma, dove era appunto l’entusiasmo iniziale a dominare (ma ora avere vinto 4-5 contro gli emiliani è davvero un buon risultato?) e contro le due squadre di Verona, ma in troppe partite sembra essere l’improvvisazione e il colpo di un singolo a prevalere e a far sperare che possa arrivare il massimo risultato.

Un’inversione di rotta sembra essere necessaria quindi il prima possibile per far spegnere le polemiche e i primi malumori di alcuni elementi della rosa che sono stati poco o scarsamente utilizzati, ma certamente l’Udinese, avversario domenica prossima a San Siro, non sembra essere la squadra più semplice da affrontare per la presenza di un pericolo come Di Natale che non sembra sentire il passare degli anni e con la consapevolezza che i friulani sanno sempre stupire anche i più scettici.

Per l’impegno contro la squadra di Stramaccioni, però, sono ancora diversi i dubbi che Inzaghi dovrà chiarire, a partire dal modulo da utilizzare visto che nel corso della stagione finora ha alternato l’iniziale 4-3-3 al 4-2-3-1 che permette di schierare Torres al centro dell’attacco come vuole il presidente Berlusconi, ma forse solo il primo schieramento è quello che davvero ha convinto anche se si basa soprattutto sugli spunti improvvisi di Menez. Contro i friulani sembra essere però probabile anche un impiego part time di Montolivo che si è ormai ripreso dall’infortunio subito in Nazionale, anche se la presenza a centrocampo del capitano non sembra essere sufficiente a coprire una chiara emorragia nel gioco che dovrà necessariamente colmata con un nuovo modo di agire sul mercato che punti soprattutto alla ricerca di giovani talenti e non più o non solo su giocatori che ormai in carriera hanno già dato tutto o quasi.

Ilaria Macchi

©Mondoudinese

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